Chi rinuncia al reddito di cittadinanza

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-05-17

Il caso di Marek, che è impossibilitato ad accettare lavori e riceve solo 140 euro

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Il Corriere della Sera racconta oggi la storia di Marek, uno che ha rinunciato al reddito di cittadinanza. Il suo problema non è solo che si aspettava 780 euro e ne ha ricevuti 140, ma anche che lavora: «Io sono un lavoratore occasionale per due aziende, trenta giorni lavorativi ciascuna, che non fattura cioè più di cinquemila euro all’anno».

«Mi aspettavo 780 euro,così avevano detto. Almeno 500, perché essendo assegnatario di alloggio popolare non pago fitto. Me ne sono arrivate 186,46. Il mio problema è: ora mi chiedono di firmare il DID, dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro. Ma si parla di otto ore di lavori sociali alla settimana, più corsi di formazione. Se mi mettono per iscritto che le posso cumulare in un solo giorno, e che i corsi sono serali, allora posso continuare a lavorare e accetto l’assegno. Ma nessuno me lo sa dire. E se io invece devo fare due ore al giorno, più due di viaggio, quando lavoro più? Oppure mi scrivono su un pezzo di carta che io rinuncio a tutto per sei mesi, faccio i corsi, e poi dopo ho un lavoro fisso. Allora ci sto. Ma con un milione di domande, dove li trovano un milione di posti di lavoro. Chi ci crede?».

Il caso di Marek non è unico. All’Inps di Napoli in parecchi stanno chiedendo quale sia la procedura per ritirarsi, spesso proprio perché la cifra ricevuta è troppo bassa rispetto alle attese.

Ma nessuno lo sa. L’ipotesi ritiro non era stata contemplata. E in effetti è strano che qualcuno rinunci anche a pochi euro. Si dice che alla fine questi gran rifiuti potrebbero essere anche più di centomila, ma tracce di una fuga di massa nel Caf di Napoli dove sono stato non ne ho viste.

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