Chi prende il Coronavirus muore di Covid-19: i numeri dell’Istat

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2020-07-16

L’Istat e l’Istituto Superiore di Sanità spiegano in un report che COVID-19 “è la causa direttamente responsabile della morte, ossia è la causa iniziale, nell’89% dei decessi di persone positive al test SARS-CoV-2”. C’era chi diceva di no

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Vi ricordate? A un certo punto anche la Protezione Civile, nel momento più buio della pandemia di Coronavirus SARS-COV-2 in Italia, allo scopo di minimizzare la situazione inventò la famosa distinzione tra morti “con” COVID-19 e “per” COVID-19. Il ragionamento, copiato paro paro dai no-vax che dicevano che di morbillo non si muore perché chi muore ha altre patologie, ha avuto un certo successo per qualche tempo tra i negazionisti del virus.

Chi prende il coronavirus muore di Covid-19: i numeri dell’Istat

Oggi l’Istat e l’Istituto Superiore di Sanità spiegano in un report che COVID-19 “è la causa direttamente responsabile della morte, ossia è la causa iniziale, nell’89% dei decessi di persone positive al test SARS-CoV-2”.

In questi casi, la morte è quindi causata direttamente da COVID-19, seppure spesso sovrapposto ad altre malattie preesistenti, e dalle sue complicanze. In altri termini è presumibile che il decesso non si sarebbe verificato se l’infezione da SARS-CoV-2 non fosse intervenuta. Nel restante 11% dei casi il decesso si può ritenere dovuto ad un’altra malattia (o circostanza esterna). In questi casi, COVID-19 è comunque una causa che può aver contribuito al decesso accelerando processi morbosi già in atto, aggravando l’esito di malattie preesistenti o limitando la possibilità di cure.

morti per covid-19 morti con covid-19
Fonte: Istat-Iss

Spiegano ancora ISTAT e ISS che per quanto riguarda l’analisi dell’11% dei decessi in cui COVID-19 non è causa iniziale (Figura 2), si riscontrano interessanti differenze se si considerano le diverse classi di età. Nei più giovani (0-49 anni) le cause di morte predominanti sono i tumori, che rappresentano circa il 9,3% del totale in questa fascia di età. Nella classe di età 50-59 anni oltre ai tumori (5,7%) troviamo il diabete (2,2%) e alcune malattie del sistema circolatorio (3,1%). Nelle età più avanzate la distribuzione per causa è più eterogenea, ma i tumori restano ancora la causa iniziale di morte più frequente (è circa il 2,2% tra 60 e 79 anni), seguiti dalla cardiopatia ischemica, dalle malattie cerebrovascolari e dalle malattie croniche delle basse vie respiratorie.

Un terzo dei decessi è causato solo da COVID-19, che può essere mortale anche nei giovani

Nel report ISS scrive che l’analisi è stata effettuata su 4.942 decessi di cui era pervenuta all’ISS la scheda di morte Istat con le informazioni sulle cause. Tale sottogruppo corrisponde al
15,6% dei decessi totali di soggetti positivi a SARS-CoV-2 segnalati alla Sorveglianza fino al 25 maggio 2020. Le schede provengono da tutte le Regioni e/o Province Autonome del Paese, fatta eccezione per la Regione Valle D’Aosta, e la loro distribuzione per età e genere è simile a quella del totale dei decessi segnalati alla Sorveglianza.

Tutte le cause di morte diverse da COVID-19 sono ovviamente molto più rappresentate tra le multiple rispetto alla causa iniziale. La polmonite è presente in 3.977 schede di morte, ovvero nell’80,5% del totale, ma in nessun caso è la causa iniziale del decesso. La presenza della polmonite, malattia causata direttamente dal virus SARS-CoV-2, in una così grande quota conferma il ruolo rilevante di COVID-19 come causa direttamente responsabile della morte nella gran parte dei decessi analizzati.

covid-19 coronavirus istat iss cause di morte

Infine, nel 28,2% delle schede di decesso, COVID-19 è l’unica causa di morte rilevante riportata (Tabella 2). Nel 71,8% dei decessi è presente almeno una concausa, diversa da COVID-19: il 31,3% ne ha una, il 26,8% ne ha 2 e il 13,7% ne ha tre o più.

Quasi un terzo dei decessi, quindi, sono causati solo da COVID-19 e non vi è indicazione da parte del medico della presenza di altre cause che possano aver contributo al decesso. Questa percentuale è simile nei due sessi e nelle diverse classi di età (Figura 3), con l’eccezione della classe più giovane (0-49 anni). In questa fascia di età, solo il 18% dei deceduti non presenta concause che possano aver contribuito al decesso e pertanto COVID-19 è riportata come l’unica causa di morte.

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Questo dato suggerisce che più spesso nei giovani sono presenti una o più malattie preesistenti che, associate a COVID-19, contribuiscono al decesso. Tuttavia, è importante sottolineare che in circa un quinto dei morti di età compresa tra 0 e 49 anni non sono state segnalate concause e che quindi, secondo quanto riportato dal medico certificatore, COVID-19 è una malattia che può rivelarsi fatale anche in persone giovani in assenza di concause di decesso.

covid-19 coronavirus istat iss cause di morte 2

Le concause più frequenti nelle schede di decesso di persone positive a COVID-19 sono le cardiopatie ipertensive, che compaiono nel 18% dei casi, il diabete mellito (nel 16%), le cardiopatie ischemiche (13%) e i tumori (12%).

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