Alzano: ecco chi non voleva chiudere la Lombardia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-06-13

Il Fatto Quotidiano riporta i titoli di Giornale, Libero e La Verità a febbraio e a marzo, quando non era di moda urlare al Chiudete tutto e si facevano sentire le pressioni degli industriali…

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Tommaso Rodano sul Fatto Quotidiano oggi è protagonista di un’operazione-verità su Alzano Lombardo e sulla Lombardia, ricordando cosa dicevano a febbraio e a marzo i giornali di destra come Il Giornale, Libero e La Verità che oggi imputano al governo Conte le chiusure in ritardo nella bergamasca. All’epoca tutti accarezzavano le proteste di Confindustria e dei settori produttivi: quelli che volevano restare aperti a oltranza. E scrivevano questo.

Il Giornale, 28 febbraio. Titolone bold: “Isolato Conte. Il Nord riparte”. Catenaccio: “Riaprono musei e duomo, scuole in forse”. Il virus era arrivato in Italia una settimana prima, il 21 febbraio. Nei giorni successivi erano arrivate le prime chiusure e le zone “gialle” a Milano, Torino, Veneto e mezzo nord. A una settimana dal “paziente zero”, Sallusti si è già stufato. Altro che chiudere: il premier è finalmente lasciato solo in questa idea malsana, il Nord può riaprire. Nel suo editoriale il direttore è assertivo: “Il Paese non è fragile. Chi lo guida invece sì”. La soluzione: “Adesso bisogna velocemente andare oltre e tornare alla piena normalità, che è poi l’unica ricetta per sconfiggere paure irrazionali e falsi allarmismi”. Un vero profeta.

Libero, 28 febbraio. Titolone: “La normalità è vicina” (come no!). Occhiello rosso: “Il virus ci ha stufati: si torni a vivere”. Il pezzo principale è firmato Renato Farina, alias “agente Betulla”: “Non è la peste, è un’influenza”. E ancora: “Non montiamogli la testa a questo Coronavirus. Se ha la corona non è quella del re, e neanche quella del rosario, ma è un pirla di virus qualsiasi”. Due volte profeta. Nella stessa edizione c’è anche un prezioso fondo del direttore Vittorio Feltri, dal titolo: “Quando per paura di avere l’Aids ci si ammazzava”.

Libero, 27 febbraio. Il giorno prima il quotidiano di Feltri aveva una linea ancora più pirotecnica. Titolo: “Virus, ora si esagera”. Occhiello: “Di a m oc i tutti una calmata”. Catenaccio: “No n possiamo rinunciare a vivere per la paura di morire. I pochi deceduti erano soggetti debilitati, gli altri contagiati guariscono in fretta. Non ha senso penalizzare ogni attività”. Ricordiamolo : sono gli stessi che oggi dicono che il governo avrebbe dovuto chiudere tutto prima.

chi non voleva chiudere alzano

La Verità, 27 febbraio. Anche Belpietro attacca il governo che con le prime chiusure e una “dissennata gestione della crisi, provoca danni economici ingenti e ci pone nella incredibile posizione di ‘untori’ ”. Libero, 1 marzo. Qui siamo in pieno deliri oalcolico. Titolo: “Reclusione continua”. Occhiello: “Il virus è una condanna”. Editoriale di Feltri: “Ma quale crisi? Facciamo finta che sia Ferragosto”.

E così via…

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