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Chi ha denunciato il governo e ha fatto arrivare l’avviso di garanzia a Conte e ai ministri

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-08-14

Uno è Carlo Taormina, avvocato e già sottosegretario al Viminale, poi deputato di Forza Italia, più recentemente vicino al M5s pur restando fuori dalla politica. E Taormina non ha preso bene il distinguo della procura di Roma

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Ieri un comunicato di Palazzo Chigi ha fatto sapere che Giuseppe Conte e sei ministri del suo governo hanno ricevuto avvisi di garanzia dalla procura di Roma. L’avviso riguarda la trasmissione al Collegio di cui all’art. 7 della citata legge cost. n. 1/1989 degli atti di un procedimento penale iscritto per i delitti di cui agli artt. 110, 438, 452 e 589, 323, 283, 294 c.p., che origina da varie denunce da parte di soggetti terzi provenienti da varie parti d’Italia. Si tratta di denunce che riguardano la gestione dell’emergenza Covid. La trasmissione da parte della Procura al Collegio – si legge in una nota di Palazzo Chigi che ne ha dato annuncio – in base alle previsioni di legge, è un atto dovuto”. Ma chi ha denunciato il governo? Il Giornale oggi spiega chi sono i firmatari degli esposti per i quali la procura ha già chiesto l’archiviazione:

Le denunce arrivate in procura nei mesi del contagio sono molte, circa duecento, e diversi sono anche i mittenti, alcuni più noti, altri invece semplici cittadini. Per alcuni, a leggere gli  esposti, il governo Conte avrebbe fattotroppo poco per arginare l’epidemia (e i reati ipotizzati per questi sono epidemia colposa, omicidio colposo e delitti colposi contro la salute pubblica), altri invece  rimproverano proprio le azioni senza precedenti, lockdown in testa, intraprese per fermare il Covid (e per queste denunce in procura si ipotizzano i reati di abuso d’ufficio e attentato contro i diritti politici del cittadino). Due filoni, insomma, speculari nell’obiettivo – palazzo Chigi – e opposti nel rimprovero mosso al governo. Ma chi ha firmato questi esposti? Molti, spiegano in procura, sono singoli cittadini, pronti a prendersela per la stretta alle libertà personali che ha accompagnato l’epidemia, o appunto furiosi per un approccio giudicato troppo morbido. Tra questi un comitato  fondato da due parenti di vittime del Covid-19, «Noi denunceremo», nato su Facebook a fine marzo scorso, e sicuro che i propri esposti non verranno archiviati. Ma tra i denuncianti qualcuno, come detto, non è sconosciuto alle cronache.

È il caso, per citarne uno, di Carlo Taormina, avvocato e già sottosegretario al Viminale, poi deputato di Forza Italia, più recentemente vicino al M5s pur restando fuori dalla politica. E Taormina non ha preso bene il distinguo della procura di Roma, che ha trasmesso le sue denunce, che vertevano intorno ai ritardi nella gestione dell’emergenza, nella creazione delle zone rosse e agli errori nelle Rsa, al tribunale dei ministri preannunciandone anche l’archiviazione. «Avevo comunicato che gli atti erano stati trasmessi al  tribunale dei ministri per mia denunzia contro Conte e Speranza. La sconcertante novità è che la Procura li ha trasmessi dicendo di archiviare. Il tribunale invece è autonomo e l’unico investito di ogni potere», ha spiegato Taormina, aggiungendo che i morti si sarebbero evitati «se Governo e Regioni avessero chiuso tutto il 31 gennaio».

carlo rienzi codacons

Simile, nelle contestazioni (mancata istituzione di zone rosse in Lombardia e decessi nelle Rsa), anche l’altra serie di esposti contro il governo firmati da una sigla nota e arrivati in procura. Si tratta delle denunce del Codacons, che ieri proprio a margine delle polemiche preventive per l’archiviazione paventata degli esposti targati Taormina, ne ha approfittato per ribadire la fondatezza delle proprie obiezioni all’azione dell’esecutivo. Annunciando, inoltre, che da oggi sarà possibile scaricare un modulo dal sito del Codacons per chiunque, ritenendo di aver subito danni a causa dei reati ipotizzati dalla procura, intenda costituirsi come parte offesa e chiedere un risarcimento.

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