Attualità
Le chat tra Virginia Raggi e Raffaele Marra, i «cerebrolesi» vicini alla sindaca e gli insulti a Casalino
di Alessandro D'Amato
Pubblicato il 2017-06-23
Nelle conversazioni con la prima cittadina gli elementi di prova del falso, ma nelle intercettazioni spuntano anche le definizioni offensive nei confronti degli altri M5S e le cattiverie omofobe sul capo della comunicazione grillina.
Sono le chat tra Virginia Raggi e Raffaele Marra contenute nel fascicolo di chiusura delle indagini sulla sindaca per formulare l’accusa di falso a smentire rumorosamente la prima cittadina. Lei ha sostenuto senza nemmeno arrossire durante un’ormai famosa conferenza stampa che Marra era «uno dei 23mila dipendenti del Campidoglio». Le conversazioni selezionate dai pubblici ministeri ci dimostrano che non era vero.
Le chat tra Virginia Raggi e Raffaele Marra
Edoardo Izzo sulla Stampa di oggi ci racconta di una chat che è emersa dopo il sequestro del telefonino di Marra in seguito all’indagine per corruzione. Dallo scambio di battute è evidente l’intesa Raggi-Marra e il fatto che avessero più volte discusso della nomina del fratello dell’ex vicecapo di gabinetto. Quando lei si lamenta di non aver capito che Renato Marra avrebbe guadagnato di più, il fratello di questi esclama: «Mi stai dando del disonesto. Non ti ho mai nascosto nulla. Te l’ho detto, evidentemente non troppe volte. È solo a tua tutela che ha fatto un passo indietro (da vicecomandante dei vigili, ndr). Purtroppo l’onestà non paga». E la Raggi replica appunto che avevano deciso che la scelta migliore era quella del settore turismo.
A proposito dell’aumento dello stipendio del fratello Renato, Raffaele Marra (difeso dagli avvocati Francesco Scacchi e Fabrizio Merluzzi) scrive alla sindaca il 14 novembre scorso: «Se lo avessi fatto vicecomandante, la fascia (retributiva, ndr) era la stessa». La Raggi (assistita dall’avvocato Alessandro Mancori) replica subito dopo: «Infatti abbiamo detto vice no. Abbiamo detto che restava dov’era con Adriano». E lui controbatte: «E infatti con Adriano il posto era quello di cui abbiamo sempre parlato». Si tratta di Adriano Meloni, assessore comunale al Turismo, con il quale appunto Renato Marra sarebbe dovuto andare a lavorare grazie alla nuova nomina (poi revocata). (La Stampa, 23 giugno 2017)
Poi ci sono le “tre donne” (Taverna, Lombardi, Ruocco) che stanno pressando Grillo, quelle che Marra definisce nella chat con Salvatore Romeo “mignotte mentali”.
I «cerebrolesi» vicini alla sindaca
In un’altra conversazione del 17 ottobre con l’amica Concetta, Marra se la prende con “il pensatoio”, ovvero con uno dei tanti gruppi di “esperti” che la Raggi ha avuto intorno a sé nei primi mesi del suo mandato, quando il M5S si era messo in testa di mettere sotto tutela la sindaca eletta. La conversazione è riportata oggi dal Corriere della Sera:
Marra: È un disastro vero, guarda, ma veramente davvero… però andiamo avanti…
Concetta: Ma questa è la cosa che ti dicevo io, no? Che poi tu le fai pure le pensate, le disegni e trovi le soluzioni, però poi se non ci sta uno che gli dà seguito, rimangono tutti i foglietti di carta.
Marra: Considera pure che è stato… in questi giorni sono stati là impegnati al ping pong tinc tenc (tono scherzoso)… co’ ‘ste stronzate che… il pensatoio e ho detto: “ma per fare il pensatoio devi porta’ gente pensante, se tu porti cerebrolesi ma che vuoi conta’?”.
Concetta: (ride) Non è che ottieni qualcosa.
Marra: No, perché alcuni sono molto bravi, alcuni sono secondo me sono ancora molto confusi, cioè quelli non sanno manco do’ stanno.
La guerra di Marra ai 5 Stelle
Lorenzo D’Albergo e Giuseppe Scarpa su Repubblica Roma raccontano invece i rapporti di Marra con l’ex vicesindaco e attuale assessore allo Sport Daniele Frongia, con il titolare del Bilancio Andrea Mazzillo, dell’assessore al Commercio Adriano Meloni, del delegato al Personale della prima cittadina Antonio De Santis al fido Salvatore Romeo.
L’ex segretario politico dell’inquilina di Palazzo Senatorio lo saluta così: «Ti bacio tutto». Quando mancano due mesi all’arrivo dei militari dell’Arma in Campidoglio, Frongia parte invece con un «ciao caro» per poi avere lumi su «una cosa, perché non l’ho capita. Virginia mi ha detto di chiedere a te perché… per capire meglio. Io non ho capito per quale motivo non si possono cambiare le deleghe adesso, perché io ho ancora quelle vecchie e sto impazzendo». Decine le chiamate con De Santis. I due, in fondo, lavorano nello stesso settore.
È il 20 ottobre e c’è caos in giunta sulla questione del ragioniere generale. Il responsabile dei conti del Comune spinge per portare a Roma un professionista da Brescia, ma l’interpello e la ricerca interna sono già partiti. «Per il bene della comunità — attacca De Santis, sfogandosi con Raffaele Marra — mi ha beccatto Mazzillo. Sta di nuovo facendo un casino sulla questione del ragioniere. Questo ci porta a sbattere».
E ancora, nelle conversazioni di Marra ci sono gli insulti omofobi a Rocco Casalino e quelli a Roberta Lombardi:
Il Rasputin del Comune apostrofa con epiteti omofobi il numero uno della comunicazione 5S, Rocco Casalino. Per la deputata ortodossa Roberta Lombardi, già definita «mignotta mentale», ecco l’idea della querela per averlo definito «il virus che ha infettato il Movimento». Per Marra, l’onorevole romana «è stata la più bastarda di tutte». Mentre sul mini-direttorio chiamato a vigilare sulla giunta Raggi era pronto il dossier: «Ho tanto di quel materiale…».
Insomma, uno dei 23mila dipendenti del Campidoglio.