Attualità
Cesar Sayoc: l’uomo dei pacchi bomba arrestato
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2018-10-27
Una storia piena di precedenti penali e arresti, non solo per furto, frode e droga ma anche per una minaccia bomba nel 2002. Risulta registrato come repubblicano. Era un sostenitore di Trump
Nel giro di 48 ore l’FBI ha arrestato quello che per adesso è considerato il principale sospettato per la vicenda dei pacchi bomba agli esponenti del Partito Democratico. Incastrato da tracce di Dna lasciate sui pacchi, è un uomo bianco di 56 anni e si chiama Cesar Sayoc, nato a New York, dove ha conservato vari legami, ma residente ad Aventura, a qualche decina di chilometri da Miami, Florida, da dove sono stati spediti molti dei pacchi.
Cesar Sayoc: l’uomo dei pacchi bomba arrestato
Negli ultimi documenti si definiva manager ma la sua attività non è nota. Ha alle spalle una storia piena di precedenti penali e arresti, non solo per furto, frode e droga ma anche per una minaccia bomba nel 2002. Risulta registrato come repubblicano. Gli agenti lo hanno arrestato in un’officina e hanno sequestrato il suo furgone tappezzato di foto di Trump, simboli della presidenza Usa, bandiere americane e un adesivo offensivo verso la Cnn, destinataria di due pacchi esplosivi e uno dei bersagli preferiti del tycoon, come tutti quelli cui erano indirizzati gli ordigni sospetti per posta: da Barack Obama a Hillary Clinton, dall’ex capo della Cia John Brennan al premio Oscar Robert De Niro.
Il presidente Trump poche ore prima dell’arresto sembrava aver abbracciato la teoria cospirativa alimentata da opinionisti di destra, secondo cui si trattava di “bombe false” e di una campagna democratica per sabotare il Grand Old Party. “I repubblicani stanno facendo così bene nel voto anticipato e nei sondaggi, ed ora accade questa cosa della ‘Bomba’ e il momento favorevole frena. Le notizie ora non parlano di politica. Molto spiacevole quello che sta succedendo. Repubblicani, uscite e votate!”, aveva twittato.
Sayoc è un ammiratore di The Donald
L’arresto di Sayoc è arrivato poco dopo la scoperta di altri due pacchi bomba, uno in Florida per il senatore dem Cory Booker e l’altro a New York per l’ex capo della National Intelligence James Clapper, presso la redazione newyorchese della Cnn, di cui è spesso ospite. Entrambi sono voci critiche verso il tycoon. Un tredicesimo pacco sospetto è stato intercettato in California dopo l’arresto: destinatario Tom Steyer, donatore dei dem. Un account Twitter associato a Cesar Sayoc mostra ripetuti attacchi al finanziere progressista George Soros, il primo a ricevere uno di quei pacchi, e apprezzamenti per Trump e i repubblicani. Soros era stato accusato anche dal presidente con l’accusa di aver pagato le proteste al Congresso contro la nomina di Brett Cavanaugh alla Corte suprema. I tweet dello stesso account prendono di mira anche Andrew Gillum, candidato nero dem alla carica di governatore in Florida, accusandolo di essere un burattino di Soros.
Sui suoi account social ha pubblicato foto e video che lo ritraggono con il cappello rosso della campagna presidenziale di Trump “Make America Great Again”. Ora rischia 58 anni di carcere per cinque reati federali. Comparirà lunedì di fronte ai giudici. In meno di 4 giorni, l’Fbi, i servizi segreti, la polizia di New York e vari magistrati, sono riusciti a individuare il presunto colpevole e ad arrestarlo. Si sono serviti, secondo indiscrezioni, di alcuni algoritmi capaci di incrociare dati molto diversi tra di loro, dall’indirizzo degli ufficili postali da dove i pacchi erano stati spediti ad alcune impronte digitali, dal Dna ai data-base delle cartolerie che avevano venduto gli imballaggi.