Massoneria: la loggia di Castelvetrano

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-03-21

La superloggia segreta era formata da massoni, politici e professionisti. L’obiettivo: orientare le scelte del Comune, nomine e finanziamenti a livello regionale e anche di ottenere notizie riservate sulle indagini in corso della magistratura

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C’è anche l’ex presidente dell’Assemblea regionale siciliana ed ex deputato nazionale di Forza Italia Francesco Cascio tra i 27 arrestati dell’operazione “Artemisia” dei carabinieri su una loggia massonica segreta a Castelvetrano che avrebbe condizionato la pubblica amministrazione e le indagini della magistratura. Cascio è stato posto ai domiciliari.

Massoneria: la loggia di Castelvetrano

La loggia massonica aveva sede a Castelvetrano, il paese natale del boss latitante Matteo Messina Denaro. I carabinieri stanno eseguendo 27 arresti per reati contro la Pubblica Amministrazione, contro l’amministrazione della Giustizia e per associazione a delinquere segreta. Altre dieci persone sono indagate a piede libero. Arrestati anche esponenti politici come l’ex deputato regionale di Fi Giovanni Lo Sciuto, l’ex sindaco di Castelvetrano Felice Errante e l’ex deputato regionale di Fi Francesco Cascio. C’è anche il candidato sindaco di Castelvetrano Luciano Perricone tra i 27 arrestati nell’ambito dell’inchiesta ‘Artemisia’. Castelvetrano andrà al voto dopo due anni di commissariamento in seguito allo scioglimento per mafia. Secondo il gip Perricone “si è reso disponibile all’esecuzione delle direttive impartitegli da Giovanni Lo Sciuto nella consapevolezza dell’esistenza dell’associazione segreta e di agire in favore di questa, in particolare e tra l’altro rendendosi disponibile, in qualità di candidato Sindaco alle elezioni per il Comune di Castelvetrano, a rappresentare e garantire le esigenze del gruppo rappresentato da Lo Sciuto a fronte per dell’appoggio elettorale da parte di quest’ultimo”

La superloggia segreta era formata da massoni, politici e professionisti. L’obiettivo sarebbe stato quello di orientare le scelte del Comune, nomine e finanziamenti a livello regionale e anche di ottenere notizie riservate sulle indagini in corso della magistratura. Gli investigatori avrebbero scoperto anche un vasto sistema corruttivo negli enti locali, come il comune di Castelvetrano e l’Inps di Trapani.

Nel dettaglio i reati contestati a vario titolo sono corruzione, concussione, traffico di influenze illecite, peculato, truffa aggravata, falsita’ materiale, falsita’ ideologica, rivelazione ed utilizzazione del segreto d’ufficio, favoreggiamento personale, abuso d’ufficio ed associazione a delinquere segreta finalizzata ad interferire con la pubblica amministrazione (violazione della legge Anselmi).

Un’associazione segreta a Castelvetrano

Le indagini sono iniziate nel 2015 e hanno avuto come fulcro l’ex deputato Lo Sciuto, in carica fino al 2017, a carico del quale sono emersi gravi indizi in ordine alla commissione di numerosi reati contro la pubblica amministrazione “il cui fine ultimo era quello di ampliare la sua base elettorale in vista delle varie elezioni e di conseguenza il proprio potere politico”.

E’ stato accertato “uno stabile accordo corruttivo” con Rosario Orlando – già responsabile del Centro Medico Legale dell’Inps, fino al maggio 2016, poi collaboratore esterno dello stesso ente quale medico rappresentante di categoria in seno alle commissioni invalidità civili – che riusciva a corrompere, attraverso regalie e altri favori, nonché la sua intercessione con l’ex rettore Lagalla, destinatario di informazione di garanzia, per l’aggiudicazione di una borsa di studio a favore della figlia presso l’università di Palermo.

Da Orlando l’ex deputato regionale ha ottenuto la concessione di numerose pensioni di invalidità, anche in assenza dei presupposti previsti dalla legge. Ogni pensione di invalidità fatta concedere, rappresentava per l’ex deputato un cospicuo pacchetto di voti certi. Circa 70 sono i casi di pensioni di invalidità, attualmente al vaglio degli inquirenti.

Lo Sciuto godeva inoltre del rapporto privilegiato con il presidente dell’ente di formazione professionale Anfe, Paolo Genco, anche lui tratto in arresto che gli garantiva sostegno economico e raccolta di voti per le sue candidature, nonché il suo consenso popolare, strettamente connesso alle assunzioni presso l’Anfe. In cambio agevolava la concessione dei finanziamenti a favore dell’ente.

La massoneria di Castelvetrano

Soprattutto l’indagine ha dimostrato ancora “l’esistenza di una associazione a delinquere promossa ed capeggiata da Lo Sciuto” con la collaborazione, nel settore organizzativo, del massone Giuseppe Berlino, associazione che vede tra i suoi membri l’ex sindaco di Castelvetrano Felice Errante, l’ex vice sindaco Vincenzo Chiofalo e il commercialista massone Gaspare Magro. Gli scopi, secondo i pm, “non si limitavano alla esecuzione di una serie indeterminata di delitti ispirati da un medesimo disegno criminoso”, ma ha avuto ad oggetto anche “il condizionamento e l’asservimento dell’attività di organi costituzionali e di articolazioni territoriali della pubblica amministrazione alle finalità segrete del gruppo criminale”.

Tali finalità venivano, in particolare, perseguite “con modalità che garantivano la segretezza degli scopi associativi e della reale composizione dell’organizzazione, anche e soprattutto grazie al ruolo di appartenenti alle istituzioni”. Venivano cosi’ stretti “accordi collusivi con esponenti di rilievo del mondo politico, delle forze dell’ordine, delle istituzioni e degli enti di governo del territorio, del comparto sanità e dell’imprenditoria, nell’infiltrazione nei centri di potere di membri dell’associazione segreta o comunque di soggetti diretti dagli associati in modo da strumentalizzarne l’azione al perseguimento delle finalità del gruppo”, e infine, infiltrando appartenenti o altri personaggi legati al Lo Sciuto da vincoli di fedeltà all’interno delle logge massoniche e sfruttando a fini elettorali l’appoggio delle logge, appoggio che veniva ricambiato con il sostegno alle richieste di nomina, segnalazioni e raccomandazioni provenienti da affiliati alla massoneria – come avvenuto nella scelta fatta dall’ex sindaco Errante di nominare, su indicazione del Lo Sciuto, 4 nuovi assessori iscritti a logge massoniche. Non viene contestata l’appartenenza alla massoneria in quanto tale. Non viene addebitata infatti alcuna responsabilità al maestro venerabile della Loggia al cui interno si annidava l’associazione segreta, in quanto è emerso come il gruppo prendesse autonomamente le decisioni: una ‘super loggia’ più forte della loggia.

Gli arresti nella loggia di Castelvetrano

Nell’operazione sono finiti in carcere Giovanni Lo Sciuto, 55 anni, di Castelvetrano, Paolo Genco, 64 anni, di Salemi, Gaspare Magro, 54 anni, di Caltagirone, Giuseppe Angileri, 62 anni, di Marsala, Isidoro Calcara, 55 anni, e Salvatore Passanante, 59 anni, entrambi di Castelvetrano, Salvatore Virgilio, 49 anni, di Erice, Salvatore Giacobbe, 48 anni, di Castelvetrano, Rosario Orlando, 67 anni, di Alcamo e Giuseppe Berlino, 41 anni, di Castelvetrano. Gli arresti domiciliari sono stati disposti per Maria Luisa Mortillaro, 63 anni, di Marsala, Vincenzo Giammarinaro, 60 anni, di Castelvetrano, Francesco Cascio, 55 anni, di Palermo, Adelina Barba, 48 anni, di San Biagio Platani, Sebastiano Genna, 68 anni, di Marsala, Giovanna Ivana di Liberto, 32 anni, di Alcamo, Giuseppe Cammareri, 53 anni, e Vincenza Daniela Lentini, 52 anni, entrambi di Marsala, Gaetano Salerno, 42 anni, di Castelvetrano, Antonio Di Giorgio, 45 anni, di Palermo, Alessio Cammisa, 43 anni, di Palermo; e ancora Antonietta Barresi, 56 anni, Francesco Messina Denaro, 58 anni, Vincenzo Chiofalo, 64 anni, Tommaso Geraci, 64 anni, tutti di Castelvetrano; Felice Junior Errante, 44 anni, di Latisana (Ud), Luciano Perricone, 63 anni, di Trapani. Obbligo di dimora per Valentina Li Causi, 32 anni, e Filippo Daniele Clemente, 32 anni, entrambi di Castelvetrano; Arturo Corso, 61 anni, di Salemi, Gaetano Bacchi, 88 anni, di Santa Ninfa, Maria Zina Biondo, 48 anni, Sadusky (Usa). Misura interdittiva per Giorgio Saluto, 61 anni, di Trapani.

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