La storia del cartone al posto del gesso all’ospedale di Reggio Calabria

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-08-01

Il primario del pronto soccorso dell’ospedale sostiene che il paziente fosse già arrivato con il cartone sul braccio e che sia stato lasciato per velocizzare le procedure. Ma ci sono altri casi simili

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“Nessun utilizzo di stecche di cartone per immobilizzare fratture. Il paziente è arrivato in pronto soccorso già con la stabilizzazione di cartone e noi non l’abbiamo tolta solo per evitare di perdere tempo e per fare subito una radiografia allo scopo di prevenire eventuali complicazioni”: ieri sera Angelo Ianni, primario del Pronto soccorso del grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria, ha provato a smontare la storia del cartone usato al posto del gesso che ieri ha fatto il giro dei media, complice il vuoto estivo.

La storia del cartone al posto del gesso all’ospedale di Reggio Calabria

Il responsabile del Pronto soccorso, finito nell’occhio del ciclone mediatico per la vicenda delle ingessature “artigianali”, ha parlato di un solo caso mentre di un secondo ha riferito la Direzione aziendale aggiungendo che sono in corso altre verifiche. Tesi non condivisa dal sindacato aziendale Anaao-Assomed, secondo cui i casi documentabili sarebbero quattro. Al termine di una riunione della Direzione aziendale convocata in tutta fretta, il direttore generale Frank Benedetto non si è tirato indietro. “Stiamo facendo le opportune verifiche”, ha spiegato, aggiungendo di avere “subito avviato un’indagine interna”. Oltre al caso del paziente con le stecche “fai da te”, ora ricoverato in ortopedia, il manager ha parlato di “una signora arrivata in pronto soccorso con un tutore che non era adatto agli esami radiografici. La paziente è stata immobilizzata solo per il tempo necessario all’esame con del cartone, rimosso subito dopo”.

cartone ospedale reggio calabria 2

C’è però un secondo caso “sospetto” su cui la direzione generale dell’ospedale di Reggio Calabria, nel cui pronto soccorso sarebbero state praticate fasciature ortopediche di fortuna, intende fare luce. Lo comunica il direttore generale dell’azienda ospedaliera, Frank Benedetto, nell’informativa redatta per il presidente della Regione, Mario Oliverio. “Sono in corso ulteriori approfondimenti – scrive – relativi ad un’altra paziente O.G. pervenuta in Pronto Soccorso il 30 luglio 2018 alle 7:11”. La donna è stata soccorsa sul luogo dell’incidente dal 118, dove, precisa il manager, le è stato applicato “un tutore con anima di metallo (non radiotrasparente)”. Giunta al Pronto Soccorso alle 7,11, la donna e’ stata visitata alle 7,16 in codice verde. “Considerata la necessità di sottoporre ad indagini radiografiche la paziente, si inviava la stessa in radiologia – scrive Benedetto – con immobilizzazione provvisoria di cartone e radiotrasparente. Successivamente alle radiografie effettuava consulenza ortopedica nell’ambito della quale veniva rimosso l’immobilizzazione provvisoria di cartone e veniva applicata valva gessata di posizione e quindi rinviata al Pronto Soccorso da dove veniva ricoverata alle 9,42 ed è tutt’ora degente”.

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