La protesta dei lavoratori licenziati del Cara di Mineo contro Salvini

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-07-09

A Caltagirone esposti cartelli e lenzuola con diverse scritte. Tra queste: “Io sto con Carola e Alex: porti aperti”, “La differenza è che noi salveremmo anche voi leghisti in mare” e “Ne salveremo 49 milioni + interessi”

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Il ministro dell’Interno Matteo Salvini  è arrivato al Cara di Mineo, struttura che, ha confermato da Caltagirone, chiuderà. Al suo ingresso una delegazione di dipendenti ed ex lavoratori del Centro accoglienza richiedenti asilo più grande d’Europa ha protestato utilizzato fischietti ed esposto uno striscione con la scritta ‘Lasciati in mutande”.

La protesta dei lavoratori licenziati del Cara di Mineo contro Salvini

A Caltagirone durante la presenza del ministro Salvini nel nuovo commissariato di polizia sono stati esposti cartelli e lenzuola con diverse scritte. Tra queste: “Io sto con Carola e Alex: porti aperti“, “La differenza è che noi salveremmo anche voi leghisti in mare” e “Ne salveremo 49 milioni + interessi“.

Proprio oggi è stato rinviato il processo per turbativa d’asta e falso nell’ambito dell’inchiesta sulla concessione dell’appalto dei servizi, dal 2011 al 2014, al Cara di Mineo. Tra i 15 imputati anche l’ex sottosegretario alle Politiche agricole, Giuseppe Castiglione, indagato in qualità di allora soggetto attuatore del Centro accoglienza richiedenti asilo piu’ grande d’Europa, che aveva chiesto e ottenuto il giudizio immediato. Tra gli altri imputati ci sono l’allora sindaco di Mineo, Anna Aloisi; l’ex presidente del consorzio Sol.Calatino, Paolo Ragusa; l’ex direttore del consorzio ‘Calatino terra d’accoglienza’, Giovanni Ferrera; gli ex vertici delle Ati interessate. Dal procedimento è uscito Luca Odevaine, condannato a sei mesi di reclusione col patteggiamento.

L’inchiesta sul CARA di Mineo

Al centro dell’inchiesta, coordinata dal procuratore Carmelo Zuccaro e dai sostituti Raffaella Agata Vinciguerra e Marco Bisogni, le gare d’appalto per la gestione dei servizi del Cara fra il 2011 e il 2014, intervallata da sette proroghe avallate da un protocollo con la Prefettura di Catania. Secondo l’accusa, Castiglione, all’epoca dei fatti soggetto attuatore del Cara, assieme a Odevaine e Ferrera, rispettivamente presidente e componente la commissione aggiudicatrice, avrebbero “predisposto il bando di gara con la finalità di affidamento”. La Procura di Catania ritiene, in particolare, che le Coop interessate si “costituivano appositamente in Ati” dopo avere “ricevuto rassicurazioni sull’aggiudicazione degli appalti”, il cui “bando era concordato con lo stesso Castiglione, Odevaine e con Ferrera”.

cgil cara mineo

A Castiglione e al sindaco di Mineo, Anna Aloisi, e Paolo Ragusa, in qualità di presidente del consorzio Sol Calatino, è contestata anche la corruzione “per la promessa di voti per loro e i gruppi politici nei quali gli stessi militavano (Pdl, lista Uniti per Mineo e Ncd)” in cambio di “assunzioni al Cara”. Ferrera e Odevaine sono indagati anche per falso ideologico per l’assunzione di quest’ultimo al Cara di Mineo come esperto di fondi Ue.

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