I Canapa Shop per la marijuana a Roma

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-07-09

Il Messaggero “scopre” i locali che offrono in vendita “canne pseudo-light”: sono i canapa shop di Roma e sono perfettamente legali

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Canapa shop a Roma: Mario Ajello sul Messaggero di oggi racconta che due ragazzi sono stati fermati dalla polizia di ritorno da un simil-coffee shop: avevano due scatelette di hashish Amnesia. «Ma lasciateci stare, questa non è droga, è solo una mezza droga», gli avrebbero risposto secondo il quotidiano: «Leggete qui». Gli agenti vedono che il THC è allo 0,2. Non capiscono che cosa significhi, ma vanno su Google e scoprono che sotto lo 0,6 l’effetto sconvolgente è lecito. E dunque: «Scusate, ragazzi, potete andare».

I Canapa Shop per la marijuana a Roma

Vero o (più probabilmente) falso che sia l’aneddoto, il quotidiano lo usa per raccontare il fenomeno dei Canapa Café o Canapa Shop a Roma: “Andando in un negozietto odoroso di cannabis quasi di fronte all’ospedale Pertini e in mezzo ai campi brulli ma qui dentro sembra di stare in una rigogliosa serra giamaicana, basta sborsare 17 euro per otto grammi di erba è il gioco è fatto. Ma se si preferisce l’Amnesia, una sorta di afgano presentato come rilassante e che invece stordisce, non c’è problema: si paga, si riceve un regolare scontrino fiscale e via, si comincia a rollare”. E ancora: si racconta di genitori di Roma Nord che per la festa dei 18 anni della figlia hanno fatto la scorta tra Joint Grow ai Monti Tiburtini, iGrow a Viale Giulio Cesare “e altri spacci diffusi a Roma”.

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La cannabis legale (Corriere della Sera, 20 maggio 2017)

Parliamo in realtà di negozi di prodotti Easy Joint, con un basso contenuto di tetraitrocannabinolo, con la cannabis in vendita liberamente non solamente nella Capitale, ma in tutta Italia. Il proprietario ha parlato del suo lavoro con RomaToday qualche tempo fa:

“Vendiamo la cannabis industriale che ci fornisce il nostro produttore Easy Joint. Parliamo di un tipo di cannabis sativa industriale con un basso contenuto di Thc, inferiore ai limiti di legge, che la rende assolutamente legale. La legge infatti prevede l’illegalità per la molecola del Thc e non della pianta di cannabis in sé per sé. Questo – spiega ancora Andrea Glofoni – è stato sancito da una legge di qualche anno fa che da pochi mesi è stata cambiata. In termini di legge il limite di Thc è stato alzato da 0,2 a 0,6 per cento. Il limite massimo consentito è 0,6, il range dei prodotti che trattiamo come Easy Joint arriva massimo allo 0,091, inferiore allo 0,1 per cento, quindi assolutamente legale. Questa è l’analisi del primo lotto ufficiale, con margine di errore di 0,02”.

Canapa coffee a Roma

Il tono dell’articolo è molto preoccupato perché secondo Ajello “le canne pseudo-light, sempre più in uso anche tra tredicenni e quattordicenni come primo assaggio per poi passare alla «roba» vera, fungono da additivi agli spinelli normali e non certo da sostituti. L’espediente della legalizzazione di fatto, a dispetto delle commissioni parlamentari che si interrogano sull’argomento, degli scontri politici sul proibizionismo sì o no e delle infinite diatribe scientifiche sulla pericolosità accertata della cannabis, sta in certe piccole cifre stampate sulle scatolette di erba e di fumo”.
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Eppure il principio attivo che se assunto provoca gli effetti stupefacenti, è inferiore allo 0,6 per cento, il limite consentito dalla legge. Ma Ajello è preoccupatissimo e se la prende con “l’irresponsabile trasporto con cui la novità delle canne finto-leggere viene salutata dallo sterminato popolo dei fumatori piccoli e grandi, che si gode lo sdoganamento di un vizio pericoloso e di un’abitudine dilagante anche tra i minorenni. I quali ora festeggiano: «Rega’, ammazza quanto è bbona l’erba de Stato!»”.
 

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