Attualità
Chi sono i bulli nel video del ragazzo picchiato a Napoli
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2020-05-17
La fortuna degli investigatori sta nella smania del branco di mostrare a tutti la loro impresa. Ma la vicenda indigna l’intero rione Pineta, i cui residenti nel recente passato avevano notato i periodici raid di un branco armato di bastoni che girava per mandare in frantumi i vetri delle auto in sosta
I ragazzi ritratti nel video del ragazzo picchiato dai bulli ai Colli Aminei a Napoli sono stati identificati. Repubblica Napoli racconta oggi che l’allarme lanciato da un avvocato che ha notato il video sul social è stato immediatamente raccolto da diverse persone del quartiere, è rimbalzato ai consiglieri della Terza Municipalità e in Comune.
Molti genitori chiedono ai figli se conoscono i ragazzi di quel video e loro li indicano come studenti di una scuola media e di uno scientifico dei Colli Aminei. Arriva la denuncia alla polizia, che però ha già avviato le indagini ed è risalita al branco di minorenni. Nessuno di loro risiede nel quartiere. Anche la vittima dell’assalto ha un nome, è un ragazzino di 13 anni che risiede al rione Pineta. Venerdì mattina esce, senza mascherina come quasi tutti quelli del branco (solo alcuni la tengono in mano o calata sotto il mento). L’incontro nella pineta è apparentemente casuale. In sette contro uno, le provocazioni in dialetto stretto. La vittima viene accerchiata, alle spalle ha un cespuglio. Abbracciata come da vecchi amici, ma poi arrivano le prime due sberle. Lui è sorpreso e spaventato, cerca di allontanarsi ma gli altri non glielo permettono.
Con una mano si sistema gli occhiali e cerca una via di fuga, ma se si muove lo costringono a tornare indietro mentre qualcuno dei bulli saluta e sorride alla telecamera del telefonino del complice, che ha 13 anni. Arriva poi una testata in piena fronte, seguono due pugni sopra la testa e lui barcolla. Si gira e lo spingono per terra, la vittima finisce carponi e cerca gli occhiali caduti. Li ritrova e si rialza, ma prende schiaffi e un calcio nello stomaco. Ripete in dialetto: «Ma che è stato? Quando è stato?». Cerca una spiegazione all’aggressione (secondo quanto ricostruito, il motivo del raid è da ricondurre a un litigio avvenuto all’interno di un gruppo whatsapp). Botte durante un video che dura tre minuti e 48 secondi, una eternità. Fino a quando l’operatore lancia l’allarme: «Sta arrivando un signore». Spariscono tutti, anche la vittima.
La fortuna degli investigatori sta nella smania del branco di mostrare a tutti la loro impresa. Ma la vicenda indigna l’intero rione Pineta, i cui residenti nel recente passato avevano notato i periodici raid di un branco armato di bastoni che girava per mandare in frantumi i vetri delle auto in sosta.