Le truffe sul Bonus Vacanze

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-07-26

“Ho ricevuto il codice Qr per il bonus vacanze e sono disposto a cederlo senza soggiornare presso la tua struttura in cambio della metà della somma”

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Il Mattino oggi racconta una denuncia sul Bonus Vacanze dell’Abbac, associazione delle strutture extralberghiere regionali, che ha già segnalato diversi casi alle forze dell’ordine. In particolare si registrano alcuni episodi nella zona tra Pompei e l’entroterra vesuviano.

«Negli ultimi giorni un nostro associato – spiega Agostino Ingenito, presidente dell’Abbac – ha ricevuto diverse telefonate, tutte dello stesso tono. La persona dall’altro capo del filo, senza troppi giri di parole, faceva questa proposta: “Ho ricevuto il codice Qr per il bonus vacanze e sono disposto a cederlo senza soggiornare presso la tua struttura in cambio della metà della somma”». Telefonate in serie, avvenute nell’arco di pochi giorni: «Qualcuno diceva che si sarebbe  accontentato anche di una percentuale inferiore e altri pretendevano di più. Parliamo di somme che vanno dai 150 ai 500 euro,a seconda del numero di componenti del nucleo familiare».

Furbetti sì, ma fino a un certo punto.  «È vero – conferma il presidentedi Abbac – visto che per loro stessa ammissione si tratta di persone che risiedono nella stessa zona o nelle vicinanze della struttura ricettiva». In pratica sarebbe come affermare di trascorrere le vacanze nel b&b che si trova nell’appartamento di fronte. Decisamente inverosimile.

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Bonus Vacanze: come funziona e cosa succede se gli albergatori lo rifiutano (Il Messaggero, 8 luglio 2020)

La denuncia dell’operatore turistico ha fatto scattare l’allarme ed è venuto fuori che non si tratta di un episodio isolato:

Ingenito a sua volta ha avviato un’indagine tra i propri associati per capire se altri abbiano ricevuto proposte analoghe e portare tutto all’attenzione delle forze dell’ordine. Che sono chiamate, coordinate dalla Procura di Torre Annunziata, anche a indagare per capire se vi sono stati casi in cui la truffa sia stata effettivamente consumata. Se, cioè, imprenditori e titolari del bonus si siano messi d’accordo per trasformare finte vacanze in soldi veri. Che però nel caso dell’imprenditore si sostanzierebbero solo in mancate spese per pulizie o consumi, dal momento che a lui, secondo legge, non toccano rimborsi ma credito d’imposta. «Tutta questa storia non fa altro che confermare i nostri dubbi sul bonus vacanze, una misura inutile come abbiamo evidenziato fin dalla sua introduzione – evidenzia il leader dei gestori di attività extralberghiere della Campania -. In questa fase critica  per l’economia i titolari delle strutture hanno bisogno di liquidità e non di credito di imposta. Inoltre abbiamo sondato moltissime banche e nessuna si è detta disponibile ad accettare il credito».

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