«Noemi Durini, il padre sapeva che il figlio l'aveva uccisa»

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-09-15

Il racconto di Biagio Marzo ai parenti: il genitore aveva saputo dell’omicidio la sera prima del ritrovamento del cadavere. «Quello che ho fatto è stato per l’amore che provo per voi. Noemi voleva che io vi uccidessi per potere avermi con sé. Sono un fallito e mi faccio schifo. Vi voglio bene papà e mamma»

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Biagio Marzo, il padre di L., che ha confessato l’omicidio di Noemi Durini, sapeva dell’assassinio dal giorno prima del ritrovamento del cadavere. E quindi durante l’intervista mandata in onda a Chi l’ha visto? ha mentito. Lo scrivono oggi La Stampa e Il Messaggero anche se la circostanza non è stata, a quanto pare, appurata ancora dagli investigatori.

Noemi Durini, il padre sapeva che il figlio l’aveva uccisa

 La Stampa oggi scrive nell’articolo di Carmine Festa che l’uomo si difende così dall’accusa di aver aiutato il figlio ad occultare il cadavere: «Non sapevo nulla e mai avrei aiutato mio figlio a commettere un simile gesto. L. mi ha detto dell’omicidio la sera prima del ritrovamento del corpo e mi ha comunicato di volersi costituire ai carabinieri. Io gli ho risposto: “Se hai le palle ci devi andare da solo”».

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Il Messaggero, 15 settembre 2017

Secondo il Messaggero invece il padre ad alcuni familiare avrebbe detto di avere saputo che il figlio 17enne sarebbe andato a confessare il delitto di Noemi la sera prima e di averlo esortato: «Se hai le palle vai». Circostanza che gli inquirenti stanno approfondendo. La stessa cosa scrive il Corriere della Sera:

Il padre del ragazzo ha negato ad alcuni familiari un suo coinvolgimento nel delitto: «Non sapevo nulla e mai avrei aiutato mio figlio a commettere un simile gesto. Mi aveva detto dell’omicidio la sera prima del ritrovamento del corpo di Noemi e mi ha comunicato anche la sua decisione di volersi costituire ai carabinieri».

La recita a Chi l’ha visto?

Ma se il padre sapeva dell’omicidio perpetrato dal figlio, allora quella a Chi l’ha visto? era una recita. Il 17enne avrebbe anche lasciato un biglietto ai genitori; la madre l’ha letto ieri durante la trasmissione televisiva Pomeriggio 5: «Quello che ho fatto è stato per l’amore che provo per voi. Noemi voleva che io vi uccidessi per potere avermi con sé. Sono un fallito e mi faccio schifo. Vi voglio bene papà e mamma».
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Il fidanzato è crollato solo mercoledì sotto il peso delle domande degli inquirenti, indicando anche il luogo in cui Noemi Durini era stata sepolta: un cumulo di sassi in aperta campagna a Castrignano del Capo, paese a circa 30 chilometri dalla località in cui vivevano i due ragazzi. Il fidanzato di Noemi era in cura al Sert. Il giovane era seguito anche da uno psicologo e sulla sua personalità la mamma della ragazza aveva chiesto al Tribunale dei minori di effettuare accertamenti.

La versione del figlio

Emergerebbe, quindi, secondo le parole del ragazzo, un ‘piano omicida’ dietro l’assassinio di Noemi Durini. Sarebbe stato questo il motivo per cui il ragazzo recato alle 5 del mattino del 3 settembre scorso a casa della sedicenne: voleva cercare di dissuaderla a mettere in atto il piano che, forse, doveva essere attuato proprio in quella giornata. Il ragazzo ha anche detto che con sé Noemi, quando è uscita dalla sua abitazione, aveva un coltello, a dimostrazione – a suo avviso – della determinazione della giovane di portare avanti il progetto di eliminazione di chi ostacolava il loro amore. Per dissuaderla più volte, anche in passato, il giovane ha riferito agli investigatori di aver promesso a Noemi di portarla a Milano, una volta maggiorenne, dove avrebbero potuto vivere sereni.
fidanzato noemi durini facebook
Paolo Pepe, uno dei legali del 17enne accusato del delitto di Noemi Durini, fa intanto sapere che la famiglia ha scelto la via del silenzio stampa: “La situazione venutasi a creare rappresenta evidentemente un dramma per tutti i soggetti implicati nel tragico evento. Pertanto, nel rispetto della riservatezza e sensibilità delle famiglie coinvolte, e nel rispetto delle indagini dell’Autorità Giudiziaria, tuttora in corso, ci si esime dal diffondere e trattare mediaticamente la vicenda”.

L’affidamento di Noemi Durini ai servizi sociali

C’è poi la storia delle denunce incrociate tra le due famiglie. Quella di Noemi aveva denunciato il fidanzato per maltrattamenti mostrando il referto di un ospedale che aveva diagnosticato 3-4 giorni di prognosi per uno schiaffo ricevuto da lui. Quella di L. aveva fatto la stessa cosa giorni dopo. Oltre alla denuncia finita alla procura per i minorenni di Lecce, Imma Rizzo aveva chiesto anche l’intervento dei servizi sociali perché sentiva che la situazione poteva sfuggire al suo controllo. Il primo luglio è stata convocata da una ssistente del Tribunale dei minori.

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I luoghi del delitto di Noemi Durini (La Stampa, 15 settembre 2017)

Iltribunale, racconta oggi il Corriere, ha chiesto al Comune di Specchia una relazione sulla situazione familiare di Noemi. «Sulla base di questo documento e di valutazioni autonome dei magistrati, il Tribunale ha emesso un provvedimento di presa in carico della ragazza da parte dei servizi sociali»,ha spiegato il sindaco di Specchia, Rocco Pagliara. Il provvedimento sarebbe però giunto sul tavolo degli operatori sociali solo il 6 settembre. Ma Noemi era già morta.

Leggi sull’argomento: Chi l’ha visto, i genitori del fidanzato di Noemi scoprono in tv che il figlio ha confessato

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