Attualità
La scorta per Attilio Fontana
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2020-05-27
Da due giorni il governatore è costretto a muoversi con un agente di polizia che gli copre le spalle. La decisione è stata presa dalla prefettura di Varese (la città in cui Fontana risiede e di cui è stato anche sindaco), che gli ha assegnato una tutela di quarto livello: auto con agente di scorta
Il governatore della Lombardia Attilio Fontana è sotto scorta. Da due giorni, spiega oggi Monica Serra su La Stampa, è costretto a muoversi con un agente di polizia che gli copre le spalle. La decisione è stata presa dalla prefettura di Varese (la città in cui Fontana risiede e di cui è stato anche sindaco), che gli ha assegnato una tutela di quarto livello: auto con agente di scorta.
La scorta per Attilio Fontana
Il clima intorno a Fontana si è fatto incandescente. E nonostante lui sostenga pubblicamente di dormire sonni tranquilli, a quanto pare, non è così. Dopo le scritte sui muri nei giorni scorsi erano arrivati volantini sullo stesso tono, sempre a firma dei Carc, ovvero i comitati di appoggio alla resistenza – per il comunismo. Il volantino ha proprio ‘Fontana assassino’ come intestazione e chiede di mandare a casa la giunta per la gestione dell’emergenza Covid e sostituirla con una diversa. “Organizziamoci in ogni azienda, quartiere e territorio per importla” è la conclusione. Spiega il quotidiano:
Il malcontento nei confronti del governatore è montato lentamente, col numero dei morti che cresceva. Le contestazioni sui social cavalcate dalle opposizioni politiche. Fino ad arrivare ad accuse pesanti e a minacce di ogni genere. Ai murales, almeno due, con la scritta: «Fontana assassino». Il suo avvocato, Jacopo Pensa, ha raccolto decine e decine di minacce sui social, di profili fake e di altri con nome e cognome.
A quanto sembra, anche tra i parenti delle quasi sedicimila vittime lombarde del Covid ci sarebbe chi lo considera responsabile delle perdite e delle centinaia di morti nelle case di riposo su cui le procure indagano per epidemia e omicidio colposi. Nel mirino anche le delibere regionali, a partire da quella dell’8 marzo, che fecero trasferire dagli ospedali allo stremo tanti pazienti, poi considerati responsabili del contagio nelle Rsa. E si sa come vanno queste cose: c’è sempre qualcuno che pensa di farsi giustiziere. A nulla vale l’attenuante che la Regione si è trovata a gestire un’emergenza sanitaria senza precedenti.
Il 20 maggio scorso due rappresentanti del ‘Partito dei comitati di appoggio alla resistenza – per il Comunismo’ (Carc) hanno rivendicato, in una videoconferenza stampa, il murales con la scritta ‘Fontana assassino’ comparso nei giorni scorsi lungo il Naviglio in zona Crescenzago, a Milano. E hanno detto di essere pronti ad altre azioni di questo genere. Una scritta sulla quale, tra l’altro, la Procura di Milano ha aperto un’inchiesta per minacce e diffamazione. Indagine che, a detta dei due rappresentanti del Carc, Pablo Bonuccelli e Claudia Marcolini, è un “modo per terrorizzare, per ridurre al silenzio e alla paura dell’autorità, è una rappresaglia”. Bonuccelli e Marcolini nella conferenza stampa hanno ripreso affermazioni da loro già riportate in un comunicato di ieri parlando di “gestione criminale dell’emergenza sanitaria, di cui sono responsabili il governo centrale e le giunte regionali, con picchi di malagestione in Lombardia”. E ancora: “La scritta ‘Fontana assassino’ è firmata da partito Carc, ma non è la scritta del Carc, è scritta di tutti”. In caso di condanna, hanno detto ancora, “ci consegneremo in carcere, prima affronteremo il processo da accusatori e non accusati, per ora non abbiamo ricevuto alcun avviso di garanzia”.