Attualità
Armine Harutyunyan e la fine della storia del saluto romano
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2020-09-01
La modella di Gucci Armine Harutyunyan oggi in un’intervista a Repubblica parla delle critiche che le sono piovute addosso. E risponde a chi la accusa per la foto in cui apparentemente fa un saluto romano
La modella di Gucci Armine Harutyunyan oggi in un’intervista a Repubblica parla delle critiche che le sono piovute addosso sui social media per il suo aspetto fisico. Armine spiega che anche in Turchia è stata oggetto di parodie e che è stata protetta dalla famiglia e dagli amici. Ha lavorato per Gucci solo nel 2019 in una sfilata a Milano, ma in questi giorni si parla solo di lei:
I social media possono creare un’immagine distorta della realtà, e questo avere pessimi effetti sui più giovani. Cosa consiglierebbe a una ragazzina che non si ritrova in ciò che vede online?
«Di non badare troppo a quello che accade attorno a lei, e di non ostinarsi a fare per forza quello che gli altri fanno. Meglio concentrarsi su di sé, su chi si è e su cosa si ama: ci sono molti modi diversi di essere belli».A proposito di bellezza moderna, è stato proprio Gucci a sdoganare un’estetica non canonica. Secondo alcuni però si tratterebbe in buona parte di di marketing. Lei che ne pensa?
«Penso che senza Alessandro Michele io non avrei mai potuto essere una modella, essere scoperta a Berlino e debuttare in passerella a Milano. Amo la sua visione tanto aperta e no, non credo che sia solo un modo per far parlare: il suo approccio ha cambiato il costume, bisogna riconoscerglielo».
La modella poi risponde all’accusa di aver fatto il saluto romano in una foto a Roma da lei pubblicata su Instagram
Sempre in tema di polemiche: come risponde a quelli che l’hanno accusata di aver fatto il saluto romano in un selfie a Roma?
«Che non è assolutamente vero! Ero con i miei amici, avevo in testa una corona d’alloro, volevo solo rendere omaggio agli antichi Romani: era uno scherzo, e basta! Non so come qualcuno ci abbia potuto vedere dell’altro».
Armine sottolinea «è meglio essere diversi che omologati al resto, anche se non tutti ti capiranno. Tanto alla fine
è un problema loro, non mio».
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