Andrea Crisanti e l’incremento di tamponi che è «acqua fresca»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-10-08

Andrea Crisanti, ordinario di Microbiologia all’università di Padova, in un’intervista a Repubblica spiega che il numero di test del tampone giornalieri è troppo basso per poter contrastare l’avanzata del Coronavirus. Secondo il professore siamo in ritardo e il sistema sanitario italiano è già in affanno:

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Andrea Crisanti, ordinario di Microbiologia all’università di Padova, in un’intervista a Repubblica spiega che il numero di test del tampone giornalieri è troppo basso per poter contrastare l’avanzata del Coronavirus. Secondo il professore siamo in ritardo e il sistema sanitario italiano è già in affanno:

Professore, ieri c’è stato un numero record di tamponi: oltre 125mila, 25mila in più rispetto al giorno prima. Sono sufficienti per intercettare e contenere il virus?
«Venticinquemila in più? Sono acqua fresca. O una pezza calda, se preferisce. Io ne suggerivo 3-400 mila al giorno».

Era fine agosto quando lei presentò al governo un piano per quadruplicarli. Che fine ha fatto quello studio?
«L’ho consegnato al ministro Federico D’Incà e al viceministro Pierpaolo Sileri che lo hanno sottoposto al Cts. Poi non ne ho saputo più nulla…».

andrea crisanti

E cosa diceva?
«Avevo semplicemente previsto che la ripresa delle scuole e delle attività produttive avrebbe generato un notevole aumento delle richieste di tamponi. Suggerivo quindi la necessità di un investimento logistico importante che avremmo potuto realizzare in 2-3 mesi, la creazione di aree mobili di supporto sul territorio e tamponi low cost da 2 euro come quelli usati a Padova. Lo dico contro me stesso: forse ad agosto eravamo già in ritardo e ora ne paghiamo le conseguenze».

Cos’è accaduto invece?
«Abbiamo perso 4 mesi preziosi. L’aver pensato che era tutto finito perché avevamo 100 casi al giorno è stata un’illusione e nel frattempo non s’è fatto nulla. Abbiamo speso miliardi per il bonus bici e i banchi, invece di investirli per creare un sistema sanitario di sorveglianza che ci avrebbe messo in sicurezza»

Crisanti spiega cosa andrebbe fatto per evitare i contagi nelle scuole: «Per me andavano messi i termoscanner agli ingressi, abbassata la soglia della temperatura per l’entrata in aula, obbligati tutti all’uso della mascherina in classe, lasciati a casa insegnanti e studenti provenienti da comunità in cui c’è un’alta trasmissione del virus»

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