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Alto Adige: 62 persone in quarantena dopo la festa nella val Badia e due nuovi positivi al Coronavirus

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-07-18

Ci sono altre due persone positive al Covid 19 in Alto Adige, dopo i 4 casi di ieri, tra i quali c’era anche un bambino di 6 mesi, appena rientrato con la mamma dalla Serbia, ed una coppia del Kosovo. Da giovedì ad oggi le persone che attualmente si trovano in quarantena obbligatoria o in isolamento domiciliare sono salite notevolmente

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Ci sono altre due persone positive al Covid 19 in Alto Adige, dopo i 4 casi di ieri, tra i quali c’era anche un bambino di 6 mesi, appena rientrato con la mamma dalla Serbia, ed una coppia del Kosovo. Da giovedì ad oggi le persone che attualmente si trovano in quarantena obbligatoria o in isolamento domiciliare sono salite notevolmente: 331 due giorni fa, 378 ieri e 393 oggi.

Alto Adige: due nuovi positivi al Coronavirus e 62 persone in quarantena

C’è stata necessità di mettere in isolamento 34 persone per un focolaio dovuto ad una festa organizzata in un locale della Val Badia. Una persone positiva al test sierologico non ha rispettato le raccomandazioni sull’isolamento fiduciario e non ha atteso il tampone per la conferma della positività e ha partecipato all’evento. L’Azienda sanitaria è corsa quindi ai ripari cercando di ricostruire i contatti dell’uomo e ha poi messo in isolamento il gruppo. L’Azienda sanitaria provinciale, spiega il direttore sanitario Pierpaolo Bertoli, sta monitorando gli ingressi dall’Albania, dal Kosovo, dalla Turchia, dall’Ucraina e, in generale, dai Paesi extraeuropei: “Stiamo verificando persone che rientrano da Paesi a rischio che sono da controllare e si cerca di reagire tempestivamente a questa situazione. Poi dipende anche dal comportamento di ognuno. Se le persone si attengono alle regole diventa tutto più facile”.

val badia trentino

Intanto il Fondo di solidarietà del Trentino, che gestisce la cassa integrazione delle piccole imprese del terziario, che al 31 dicembre 2019 aveva a bilancio quasi 18 milioni di euro, è stato prosciugato dalle prestazioni legate all’emergenza sanitaria. Una situazione che ha portato il presidente del comitato amministratore del Fondo, Andrea Grosselli, e la consigliera delegata Roberta Meneghini a sollecitare la Giunta provinciale di Maurizio Fugatti (Lega) e anche il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo (M5S), “affinché si possano recuperare le risorse pregresse”. Se un’azienda trentina deve mettere in cassa integrazione i propri dipendenti e ha ancora la possibilità di utilizzare la causale Covid-19 può accedere alle coperture nazionali. Ma se la stessa azienda chiede altri benefici, per esempio per un contratto di solidarietà, oggi il Fondo non ha le risorse per garantire i pagamenti ai lavoratori. In Alto Adige, la Giunta provinciale, dopo aver stanziato 20 milioni di euro per il Fondo di solidarietà altoatesino a marzo, ha sbloccato altri 40 milioni. “Confidiamo – concludono Grosselli e Meneghini – che la situazione si si risolva velocemente. Altrimenti a pagarne le conseguenze saranno le imprese del terziario e tutti i lavoratori del settore”.

EDIT: Secondo quanto scrive l’agenzia di stampa ANSA 40 persone sono finite in isolamento sanitario dopo che una famiglia di tre persone ha violato sistematicamente la quarantena imposta dalla positività del figlio, 24 anni, sottoposto ad un tampone che il 10 luglio scorso aveva certificato la sua positività al Covid. Lui, lo stesso giorno in cui l’Azienda sanitaria provinciale ha imposto alla famiglia la misura sanitaria, è andato al lavoro e poi con gli amici all’happy hour. Il giorno dopo, dicono i carabinieri di Badia, che li hanno denunciati tutti e tre per epidemia colposa, il giovane ha inoltre partecipato ad una festa di laurea in un rifugio a Corvara e, nei giorni successivi, è stato visto in diversi locali pubblici della valle. Il tutto senza indossare la mascherina chirurgica, come notato da parecchi testimoni, già interrogati in merito. Contemporaneamente i genitori – che non sono positivi al tampone – hanno continuato le rispettive attività lavorative in una falegnameria ed in una struttura ricettiva nella val Badia.

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