Coronavirus: gli aiuti della Russia all’Italia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-03-23

Velivoli e attrezzature sono segnati da un adesivo su cui campeggia un cuore e una scritta in tre lingue: ‘Dalla Russia con Amore’. Ad accogliere gli aiuti russi a Pratica di Mare, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio

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I funzionari dell’Agenzia Dogane e Monopoli (Adm) in servizio presso la sezione operativa territoriale di Pomezia, in stretta collaborazione con l’Aeronautica Militare e l’Esercito Italiano, hanno provveduto ieri sera a sdoganare tempestivamente nove aerei cargo, destinati dalla Russia alla Protezione Civile italiana, contenenti mascherine, tamponi, ventilatori e macchinari per test. L’operazione è avvenuta alla presenza del ministro degli Affari Esteri Di Maio, dell’ambasciatore russo in Italia Razov e del direttore dell’Agenzia Dogane e Monopoli Marcello Minenna. Lo sdoganamento, in attuazione delle misure di contenimento del rischio disposte dal governo, è ulteriore dimostrazione dell’impegno dell’Agenzia per assicurare la priorità nella veloce consegna di dispositivi di protezione per l’emergenza Covid-19 in atto.

Coronavirus: gli aiuti della Russia all’Italia

Velivoli e attrezzature sono segnati da un adesivo su cui campeggia un cuore e una scritta in tre lingue: ‘Dalla Russia con Amore’. Ad accogliere gli aiuti russi a Pratica di Mare, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio: “L’Italia non è sola e coltivare certe amicizie sta pagando”, ha detto dall’aeroporto militare il capo della Farnesina, prima di salire a bordo di un aereo per portare di persona un primo carico in Lombardia insieme al commissario straordinario Domenico Arcuri e al ministro Francesco Boccia. Di Maio ha anche reso noto di aver sbloccato le 110 mila mascherine che erano state sequestrate dalle autorità della Repubblica Ceca e che arriveranno nelle prossime 48 ore, e 200 mila ferme in Turchia, mentre restano ancora in sospeso quelle in Polonia. Ma il ministro ha anche snocciolato una lunga lista di forniture in arrivo da Egitto, India, Cina e “2 milioni mascherine dal cuore dell’Europa”. “Ce ne servono 100 milioni al mese”, ha detto spiegando di aver attivato tutte le ambasciate per reperirle in giro per il mondo. L’aiuto della Russia è scattato dopo una telefonata ieri, su iniziativa russa, tra Vladimir Putin e il premier Giuseppe Conte. Poi il coordinamento tra i due ministeri della Difesa, nelle persone di Serghei Shoigu e Lorenzo Guerini. E nella notte la macchina russa si è messa in moto: gli Ilyushin – in grado di trasportare oltre 40 tonnellate di carico ciascuno – sono stati richiamati dalle regioni di Pskov, Ulyanovsk e Orenburg e concentrati presso l’aerodromo militare Chkalovsky, nei pressi di Mosca.

La Russia ha deciso di inviare anche otto brigate mediche, in tutto circa 120 uomini, tra medici ed esperti virologi. Il ministero della Difesa ha spiegato che il contingente è composto da specialisti di eccezione, famosi per “aver partecipato direttamente alla liquidazione dei focolai di peste suina africana, ulcera siberiana ed elaborato il vaccino contro la febbre Ebola”. Oltre agli uomini, i mezzi: camion Kamaz per la disinfezione e, stando a fonti bene informate, “ospedali modulari da campo, circa 100 ventilatori polmonari e 500mila mascherine mediche”. In pratica quello che serve con più urgenza. I media russi hanno dato grande risalto all’iniziativa decisa dal Cremlino, che non perde occasione per cercare di mostrare il suo lato più umano, peraltro in un momento in cui in patria i casi ufficiali di coronavirus iniziano ad aumentare e tra la popolazione serpeggia apprensione sulle capacità delle autorità di gestire una possibile crisi. Il contingente russo si aggiunge così ai 52 medici cubani corsi a Crema per gestire un ospedale da campo e alla delegazione di 12 esperti cinesi inviati da Pechino – insieme a 17 tonnellate di aiuti – per supportare la Lombardia, ormai in affanno nel contenere l’emergenza. In queste ore, al di là delle parole di vicinanza, ogni singolo aiuto conta davvero.

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