833 giorni senza Palazzo di Giustizia a Bari con il rischio contagio nelle sedi provvisorie

di Antonio Murzio

Pubblicato il 2020-09-02

La vicenda del palazzo di giustizia di Bari sotto sequestro per disposizione della stessa Procura della Repubblica che vi alloggiava dura ormai da oltre due anni. E ora con la ripresa delle udienze, si pone il serio problema del distanziamento, impossibile da mantenere negli spazi sostitutivi individuati. Ne parla a NextQuotidiano l’avvocato Castellaneta

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C’è un capoluogo di regione, Bari, che da due anni è senza un tribunale penale, trasformato in una sorta di “tribunale diffuso” (sette sedi dislocate tra città e paesi dell’hinterland), dopo che il palazzo che fino al 2018 ospitava gli uffici giudiziari è stato posto sotto sequestro per disposizione della stessa Procura della Repubblica che vi alloggiava.

A Bari, senza Palazzo di Giustizia, avvocati in allarme: “Nelle sedi provvisorie rischio contagio”

Sembra una situazione pirandellesca che, però, non diverte gli avvocati penalisti baresi (il tribunale civile è invece nello stabile di piazza De Nicola che fino al 1998 ha ospitato anche gli affari penali), perché, con la ripresa delle udienze, si pone il serio problema del distanziamento, impossibile da mantenere negli spazi sostitutivi individuati, non nati per ospitare le funzioni giudiziarie (in un caso, si tratta di una ex sede della Telecom). Sulla Gazzetta del Mezzogiorno di ieri, 1 settembre, il presidente della Camera Penale di Bari, Guglielmo Starace, lamentava: «Come sempre si parla di tutto, tranne che della ripresa della Giustizia. Va bene le scuole, ci mancherebbe, un passo avanti doveroso quanto tardivo rispetto alle discoteche. Ma il pianeta Giustizia, sia pure fondamentale perché uno stato possa definirsi civile, sembra abbandonato a se stesso». Sono ormai oltre due anni che i penalisti baresi si sentono abbandonati, tanto che uno di loro, l’avvocato Filippo Castellaneta, ha cominciato una sua personale e singolare forma di protesta. Puntualmente, ogni mattina, sulla sua pagina Facebook, porta il conto dei giorni trascorsi senza che la giustizia penale barese abbia una sua sede.

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Il ministro Bonafede in visita alla tendopoli

Interpellato da Nextquotidiano, Castellaneta spiega: «Dal centesimo giorno successivo alla chiusura di via Nazariantz (sede del tribunale penale, ndr) iniziai ad evidenziare su Facebook i giorni che passavano con posti ironici o seri o semi seri a seconda dell’umore. Un modo per tenere viva l’attenzione su un problema che riguarda non solo avvocati, giudici e cancellieri  ma i cittadini tutti». Il conto è arrivato ormai a 833 giorni.

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L’avvocato Filippo Castellaneta

La storia del palazzo di giustizia che non c’è è stata ricordata in una lettera-appello inviata dalla Camera penale di Bari al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede il 23 maggio scorso (in coincidenza dei due anni dallo sgombero). A quella missiva  via Arenula, ad oggi, non ha ancora dato riscontro. Vi si legge:

A Bari nel 1998, per incapienza del Palazzo di Giustizia di Piazza De Nicola il settore penale venne trasferito in un Palazzo sito alla via Nazariantz n.1, immobile non realizzato per la funzione giudiziaria e destinato ad altri scopi e infatti di proprietà dell’INAILGli avvocati, comunque, hanno continuato a svolgere la loro professione con lealtà ed impegno e sin da allora fu loro promessa una “cittadella della Giustizia”. A Bari nel 2004 l’immobile vene sottoposto a sequestro dalla stessa Procura che ivi aveva sistemato i propri uffici, e consentì l’uso per evitare che la funzione giudiziaria fosse improvvisamente interrotta. Dal 2010 in poi in quell’immobile furono segnalate carenze igieniche strutturali tant’è che nell’anno 2016, vennero effettuate opere urgenti “a causa di consistenti infiltrazioni di acqua piovana e rischio imminente per l’incolumità dei fruitori dell’edificio”. Ad inizio dell’anno 2018, in quell’edificio fu scoperta una considerevole presenza di “ratti” che stavano distruggendo l’archivio della Procura e infestando altri uffici: l’archivio, necessario anche per noi avvocati, venne chiuso e fu disposta la derattizzazione dell’intero edificio. A maggio 2018, dal giorno 24, fu disposta la chiusura del Tribunale per rischio di crollo: le udienze furono sospese e fu disposto il trasloco con urgenza. A giugno e luglio 2018 furono allestite “tende” sul piazzale del Tribunale al fine di chiamare i processi, alle udienze già fissate, e rinviarli a data fissa, così evitando centinaia e centinaia di notifiche a carico degli uffici.

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La tendopoli allestita fuori dal tribunale sequestrato nel 2018

Spiega ancora Castellaneta: «Da allora la celebrazione di udienze è sparsa ovunque (Modugno, Bitonto, carcere, aula bunker Trani), alle quali  occorre aggiungere le sedi distinte da sempre (Giudice di Pace , tribunale per i minorenni, Corte di Appello, che si trova sempre a Piazza De Nicola insieme al Tribunale di Sorveglianza,  l caos totale. Ci sono state promesse varie di “cittadella” ma senza nulla di concreto: non c’ è acquisizione dell’area, tanto meno un progetto». Intanto, alcune aule destinate ad udienza del Palazzo ex Telecom di via Dioguardi non possono (per rispetto delle regole del distanziamento sociale e tutela della salute) contenere più di 6 persone, e  le più grandi (destinate ai processi del collegio) non più di 18. 

 

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