Lo studio pugliese che dice che il 38% degli italiani è infettato dal Coronavirus

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-04-05

Uno studio realizzato in proprio da un’azienda che commercializza kit del sangue per la ricerca degli anticorpi Igm-Igg al Coronavirus che dimostra un contagio della popolazione pari al 38 per cento

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Il Fatto Quotidiano racconta oggi di uno studio realizzato in proprio da un’azienda che commercializza kit del sangue per la ricerca degli anticorpi Igm-Igg al Coronavirus che dimostra un contagio della popolazione pari al 38 per cento e merita di essere spiegato.

Lo studio è della Meleam di Bitonto (Bari), impresa che tratta anche il kit Viva Viag Covid-19 (quello sulla goccia da puntura del dito), già acquistato da varie Regioni. Lo studio a prima vista dimostrerebbe una penetrazione del Sars-Cov 2 più ampia di quanto appaia dai primi studi sugli operatori sanitari effettuati da molte Regioni. L’amministratore delegato di Meleam, il professore di Igiene del lavoro e medico legale, Pasquale Mario Bacco, spiega: “Su un campione di 1.731 persone di 9 regioni, Campania, Puglia, Sicilia, Sardegna, Veneto, Lombardia, Basilicata, Lazio e Liguria, diviso tra 1.113 uomini e 618 donne, sottoposte al test tra il 25 febbraio e il 2 aprile, ci risulta che le persone entrate in contatto con il virus sono 668, circa il 38 per cento”.

NELLA RICERCA della Meleam quasi un soggetto su due ha sviluppato gli anticorpi Igm (quelli della fase iniziale) e Igg, quelli stabili che dimostrano una reazione dell’orga nismo e annunciano guarigione e immunità, almeno secondo i più ottimisti nei limiti degli studi su un virus che ha solo 4 mesi di vita. I cittadini comuni sarebbero stati contagiati molto più dei sanitari. Forse perché i primi sono meno attenti a proteggersi? In realtà esiste una seconda spiegazione: lo studio della società pugliese non è stato effettuato su soggetti totalmente asintomatici, come i sanitari.

coronavirus numeri 4 aprile
Coronavirus: i numeri del 4 aprile (La Repubblica, 5 aprile 2020)

L’Ad Bacco di Meleam spiega: “Erano persone apparentemente sane, che stavano lavorando, che non hanno mai avuto febbre o sintomi tali da attivare i protocolli sanitari anti Covid-19, ma che nell’anamnesi immediatamente precedente al prelievo hanno detto di aver avuto qualche mal di testa, mal di gola, affaticamenti muscolari, dai quali si erano pienamente ripresi. Abbiamo quindi escluso dal campione le persone che ci avevano detto di non aver avuto nulla”. Cioè poco sintomatici e non asintomatici. La statistica è stata costruita “prima raccogliendo gli esami di donatori del sangue, e poi quelli di aziende private che ci hanno incaricato di mettere in sicurezza il loro personale, più altri gruppi di familiari o associazioni varie”.

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