Le prime 23 querele del PD per le fake news

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-07-13

Si parte con il sito dei Cinquestelle, con le pagine Facebook e Instagram di Casapound, con i profili social di due parlamentari leghisti, Gianluca Vinci e Alex Bazzaro, e con una ventina di pagine web che fanno riferimento, più o meno diretto, a formazioni di destra, di Matteo Salvini e di esponenti grillini

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Sono pronte a partire le prime 23 querele per diffamazione che il Partito Democratico ha deciso di presentare contro gli avversari politici che hanno avviato una sistematica campagna di disinformazione su Bibbiano cercando di addossare al partito responsabilità nell’indagine sui minori. Racconta oggi Repubblica:

Si parte con il sito dei Cinquestelle, con le pagine Facebook e Instagram di Casapound, con i profili social di due parlamentari leghisti, Gianluca Vinci e Alex Bazzaro, e con una ventina di pagine web che fanno riferimento, più o meno diretto, a formazioni di destra, di Matteo Salvini e di esponenti grillini. Nel mirino anche un appello di Change.org per lo scioglimento del Pd in quanto partito «di condannati per “Peculato, furto, estorsione…”» e un’altra dozzina di reati.

Il Pd va alla guerra contro le fake news, dando seguito a quanto ha annunciato la scorsa settimana dal segretario Nicola Zingaretti: «Adesso basta. Gli attacchi al partito sul web stanno diventando diffamazione. Per questo un team di avvocati è al lavoro per avviare azioni legali». Dopo l’annuncio. in soli 2 giorni, al Nazareno sono arrivate 205 segnalazioni di tesserati. Link e screenshot che il capo della segreteria Marco Miccoli e Stefano Vaccari hanno avuto modo controllare personalmente prima di dar seguito alla linea dura contro gli hater.

Nel mirino del Pd al momento ci sono i profili social con il maggior numero follower, dunque i più seguiti. Intanto giovedì Miccoli ha depositato una denuncia alla Digos di Roma contro i neofascisti di “Azione frontale”. Alla polizia è stato segnalato che il primo luglio alcuni militanti di destra si sono presentati all’ingresso della sede nazionale del Pd per lasciare volantini sui quali c’era scritto: “Avete rovinato il nostro Paese ora rovinate anche i nostri bambini! Infami”.

Il riferimento è all’inchiesta sui servizi sociali dell’unione dei comuni della Val d’Enza (Reggio Emilia) nella quale è stato coinvolto anche il sindaco Pd di Bibbiano. Azioni simili anche a Fiumicino, Bergamo, Genova e Palermo.

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