Attualità
La foto del ragazzo torturato in carcere
di Giovanni Drogo
Pubblicato il 2015-04-07
Succede negli USA: Cortez Berry è stato pestato da due compagni di cella che gli hanno scattato una foto che è stata postata su Facebook prima ancora che le guardie del carcere si potessero rendere conto di quanto stava accadendo. Dopo le polemiche sul ritardo dei soccorsi due guardie carcerarie hanno rassegnato le dimissioni
Che il sistema carcerario statunitense abbia qualche problema è una cosa abbastanza nota e comune a quello di altri paesi (compreso il nostro) ma quello che è successo a Cortez Berry mostra a chi sta fuori la normalità di quello che succede all’interno di un penitenziario. L’episodio è accaduto all’interno della Al Burruss Correctional Training Center di Forsyth nello stato della Georgia, due detenuti hanno brutalmente picchiato il diciassettenne Cortez Berry postando in seguito una foto del ragazzo su Facebook.
BERRY NON VOLEVA ENTRARE A FARE PARTE DI UNA GANG
I due aggressori hanno utilizzato uno smartphone fatto entrare illegalmente all’interno del penitenziario per scattare una foto di Berry con il volto tumefatto e “tenuto al guinzaglio” con laccio al collo. Ed è cono lo stesso cellulare che i due hanno telefonato alla fidanzata della vittima dicendole che avevano il suo ragazzo in ostaggio e che avrebbe dovuto pagare trecento dollari per potersi garantire che non gli sarebbe stato fatto alcun male. Dopo il rifiuto della ragazza i colpevoli hanno postato la foto su Facebook con un commento minaccioso. A quanto pare i due fanno infatti parte di una gang del penitenziario e avevano offerto a Berry di entrare a far parte del gruppo. Al rifiuto del ragazzo si è scatenata la violentissima reazione dei due: la mancanza di rispetto di Berry andava punita con decisione. Per questo motivo i due aguzzini hanno deciso di farne un esempio, postando la foto con un commento eloquente: “WEN YHU DISRESPECT DA NATION…IT BRINGZ NUTHIN BUT PAIN & SUFFERINGG”; se non rispetti la Nation quello che ottieni sono solo dolore e sofferenza. Secondo alcuni esperti il riferimento è alla gang alla quale Berry avrebbe dovuto far parte: la Gangster Disciples chiamata anche GD Nation.
LE PROTESTE DELLA FAMIGLIA DI BERRY
Avvertita dalla fidanzata la zia di Berry si è recata al penitenziario di Forsyth per avvertire le guardie, a quanto si apprende infatti la foto è stata postata sul social network prima ancora che le guardie si fossero rese conto di quanto stava accadendo. Al momento dell’arrivo della donna alla prigione le autorità del penitenziario non erano al corrente di quanto era accaduto. Sia Berry che i suoi aggressori sono stati trasferiti in altri centri di detenzione dello stato. Berry attualmente è in custodia protettiva per evitare che eventuali affiliati della gang possano continuare a infierire su di lui. Nel frattempo anche due guardie del penitenziario dove è avvenuto il pestaggio si sono dimesse/a>. Questo però non sembra aver placato le proteste dei parenti di Cortez Barry e dei difensori dei diritti civili dei carcerati. L’accusa mossa all’autorità carceraria non è solo quella di non aver sorvegliato i detenuti ma anche di non essere intervenuti tempestivamente a prestare soccorso alla vittima. Un comunicato del Department of Corrections sembra però far capire che l’attenzione è posta principalmente sul contrasto al contrabbando di telefoni cellulari (il cui utilizzo è vietato) “per proteggere il pubblico”, ma è evidente che non è la sola presenza degli smartphone a causare la violenza all’interno delle carceri USA.