Attualità
La brutta fine della storia dei terremotati negli hotel
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2020-06-23
In Contrada Pace a Tolentino un cartellone mostra fiero il progetto de “Le nostre Sae”, scimmiottando la scelta di tutti gli altri Comuni del cratere di puntare sulle casette, ma ad oggi resta solo una transenna. E i terremotati dovranno lasciare gli alberghi
Oggi Il Fatto Quotidiano racconta la brutta fine della storia dei terremotati negli hotel a Tolentino in provincia di Macerata. Pierfrancesco Curzi spiega che la cittadina che ha 19mila abitanti e 3500 sfollati; per loro dovevano arrivare 198 alloggi, ne sono stati consegnati una dozzina:
All’indomani delle scosse il vulcanico sindaco della città, l’assicuratore Giuseppe Pezzanesi, Dc di formazione e poi fervente berlusconiano, a capo di una giunta di ispirazione civica, ha preso una decisione importante: no alle Sae, soluzioni abitative di emergenza (le casette) ma residenze definitive, qualcosa di simile al “Progetto case” a L’Aquila nel 2019, da realizzare in tempi rapidi. A oggi dei 198 alloggi previsti ne sono stati consegnati appena una dozzina: “La mia scommessa era vincente, la colpa è della burocrazia e delle istituzioni – attacca Pezzanesi, rieletto a primo turno nel 2017 –, una macchina indegna. Se qualcuno me ne chiederà conto porterò la Protezione civile a testimoniare. Ora andremo più veloci. A novembre saranno pronti altri appartamenti all’ex Capannone della Rancia, degli altri li consegneremo entro l’estate 2021, ma a differenza delle Sae dureranno 100 anni e occuperanno aree già urbanizzate. L’ex Capannone era una casa di fantasmi, diventerà un vanto per tutti”.
In Contrada Pace un cartellone mostra fiero il progetto de “Le nostre Sae”, scimmiottando la scelta di tutti gli altri Comuni del cratere di puntare sulle casette, ma ad oggi resta solo una transenna: “A inizio 2019 il Mef chiede ragguagli al direttore, Angelo Borrelli – attacca Flavia Giombetti, battagliera leader del Comitato 30 Ottobre – sulla tempistica. Un anno e mezzo dopo non c’è poco o nulla. Come si fa a parlare di progetto case in emergenza a quasi quattro anni dalle scosse? Assistiamo a rimpalli di responsabilità, ma intanto la gente vive nei container o presto sarà buttata fuori dagli alberghi”.
Lo impone una circolare del 28 aprile della Protezione civile che ordina a 120 terremotati delle Marche di lasciare i loro domicili. Di questi 78 sono a Tolentino: “Nessuno ci ha avvisato, lo abbiamo saputo dai social – racconta Eduard Ago, moglie e tre figli –. Non sappiamo dove andare, case non ce ne sono, né a Tolentino né nei comuni limitrofi, le uniche libere hanno affitti irraggiungibili. Noi nei container non ci andiamo, è un inferno laggiù”.
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