Attualità

La storia della lista Falciani

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2015-02-09

I giornali di tutto il mondo si preparano a pubblicare i gli Swissleaks, le informazioni sugli aiuti all’evasione fiscale forniti ai clienti da parte dei consulenti di HSBC

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La “lista Falciani” è il corpus di documenti informatici alla base del dossier compilato dall’Internation Consortium of Investigative Journalism di cui si è ricominciato a parlare oggi in concomitanza con l’annuncio di Guardian, Le Monde e BBC di pubblicare l’analisi dei documenti riservati che provano che la banca svizzera HSBC Private Bank avrebbe aiutato i suoi clienti ad evadere le tasse e sfuggire alle indagini del fisco. La lista Falciani prende il nome da Hervé Falciani, un esperto di sicurezza informatica incaricato nel 2006 da HSBC di migliorare i sistemi di sicurezza della banca.

 
L’ORIGINE DELLA LISTA FALCIANI
Nel 2007 Hervé Falciani si introdusse all’interno del sistema informatico di HSBC scaricando i file relativi ai 81.458 conti correnti di 106.458 clienti della banca provenienti da oltre 200 paesi. La lista Falciani contiene tre diverse serie di dati di periodi differenti. Una prima serie di dati riguarda i conti correnti privati tra il 1998 e il 2007, un seconda serie fotografa l’ammontare massimo di denaro nei conti nel 2006 e nel 2007 mentre l’ultima riguarda appunti di conversazioni con i clienti compilati da un impiegato della banca. L’ammontare totale di denaro svelato dagli Swissleaks è di 102 miliardi di dollari. Nel complesso i 60.000 file che compongono la lista Falciani sono il più grande furto (oppure potete chiamarlo leak) di dati sensibili mai subito da una banca. Dopo aver sottratto i dati Hervé Falciani fugge in Francia per evitare di essere arrestato per aver infranto le leggi svizzere sul segreto bancario. Una volta arrivato in Francia Falciani viene arrestato e consegna i file alla polizia. Il governo francese si rifiuta di concedere l’estradizione ed inizia ad indagare sui dati sottratti dall’ingegnere informatico e scopre che riguardano anche quasi diecimila contribuenti francesi. La polizia tributaria francese nel 2008 apre quindi un’indagine in base alle notizie apprese grazie ai dati contenuti nella lista Falciani, da allora Hervé Falciani vive sotto protezione. In questo momento le strade di Falciani e della sua lista si separano. La lista verrà utilizzata dalle forze di polizia di mezzo mondo per poter scoprire e punire gli evasori fiscali mentre per Hervé Falciani inizierà una storia a base di tentativi di omicidio, minacce di morte e ovviamente strani interessamenti da parte del Mossad.

La classifica dei paesi con più clienti nella lista Falciani e di quelli con i conti correnti più danarosi (fonte: Icij,org)

La classifica dei paesi con più clienti nella lista Falciani e di quelli con i conti correnti più danarosi (fonte: Icij,org)


Nel 2010 l’allora ministro delle finanze francese (e ora presidente del FMI) Cristine Lagarde compilò una lista riservata chiamata “Lagarde list” e la inviò ai diversi governi nazionali. Quando il quotidiano francese Le Monde ottenne (da una fonte all’interno della polizia francese) una copia della lista, vista la mole di dati da esaminare decise di condividerla con altre testate giornalistiche e con Internation Consortium of Investigative Journalism per poterne fare un’analisi approfondita. Alla creazione degli Swissleaks hanno partecipato 154 giornalisti provenienti da 47 paesi e appartenenti a 55 testate giornalistiche.

 
COSA È EMERSO DAGLI SWISSLEAKS
Come spiega il Guardian dall’analisi dei dati contenuti nei file sottratti da Falciani emergono le responsabiltà di HSBC nell’aiutare i clienti a evadere le tasse nei propri paesi d’origine. La banca forniva consulenza su come eludere il fisco e come nascondere patrimoni per milioni di dollari. Parallelamente a questa attività di “consulenza fiscale” per evasori tra i correntisti di HSBC figurano anche criminali internazionali (trafficanti di armi e di droga), uomini d’affari corrotti e esponenti di regimi corrotti come Hosni Mubarak, il dittatore tunisino Ben Alì e il presidente Siriano Bashar al-Assad. I funzionari di HSBC sarebbero stati a conoscenza della provenienza del denaro e avrebbero offerto dei “prodotti” utili a nascondere il denaro frutto di attività illecite. Agendo in questo modo HSBC avrebbe attivamente aiutato criminali a “pulire” il denaro mettendo in piedi una complessa operazione di money laundering. Nella lista ci sono anche esponenti politici provenienti da diversi paesi, tra cui Regno Unito, Russia, Ucraina, Georgia, Kenya, Romania, India, Liechtenstein, Messico, Tunisia, Repubblica Democratica del Congo, Zimbabwe, Rwanda, Paraguay, Djibouti, Senegal, Filippine e Algeria.
 
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