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Sofiya Melnyk: il giallo della donna scomparsa da Cornuda a un passo dalla soluzione
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2017-12-27
Il cadavere ritrovato nel vicentino potrebbe essere il suo. Il suo compagno di sempre si è tolto la vita. Ora le indagini su altre due persone potrebbero fare chiarezza
Sofiya Melnyk, interprete ucraina di 43 anni, era sparita il 15 novembre scorso da Cornuda nel trevigiano. Quello che sembra essere il suo corpo è stato trovato il 24 dicembre in un bosco nei pressi di un tornante del Monte Grappa, in provincia di Vicenza. Il luogo del ritrovamento dista pochi chilometri da Cornuda, nel Trevigiano. Quel 15 novembre la madre che vive a Kiev aveva trovato un messaggio sul pc inviato via Skype, in cui la figlia le diceva che doveva parlarle. Sofiya Melnyk risiedeva a Cornuda, nel Trevigiano. Della sua scomparsa si era occupata anche la trasmissione televisiva «Chi l’ha visto?».
Sofiya Melnyk: il giallo della donna scomparsa
Vicino a Cornuda era stata trovata abbandonata la sua auto. Il convivente della donna, Daniel Pascal Albanese, dopo averne denunciato la scomparsa, si era ucciso, impiccandosi, il 26 novembre. Con il ritrovamento del cadavere prende sempre più consistenza, anche tra gli investigatori, l’ipotesi che la fine di Sofiya e Daniel sia stata l’esito di un omicidio-suicidio, forse originato da motivi sentimentali. Il corpo, martoriato dalla lunga permanenza tra la vegetazione, era parzialmente coperto da un sacco nero dell’immondizia. Non è escluso che altri cacciatori siano passati nella stessa zona nelle ultime settimane, senza notare la salma.
La data della morte dovrà essere stabilita dall’autopsia. Le ricerche si era concentrate nel versante trevigiano del Monte Grappa perché in questa zona era stato agganciato per l’ultima volta dalle cellule telefoniche il cellulare della vittima. Il ritrovamento del corpo della donna nel versante vicentino del Monte Grappa ha sorpreso i volontari, che fino a questa zona non erano mai spinti.
Sofiya Melnyk e il fidanzato che si toglie la vita
Pascal, 50 anni, dirigente d’azienda, era nato a Modane in Francia con cittadinanza italiana e diploma di perito tecnico per l’industria. Era ritornato a Cornuda nel 1980. Sofiya invece nel paesino era arrivata nel 2010. Prima abitava a Pederobba. Di certo chi ha lanciato il corpo nel dirupo era a conoscenza del fatto che si tratta di una zona poco battuta, frequentata prevalentemente dai cacciatori. Questi particolari rafforzano ancor più l’ipotesi degli investigatori di un omicidio-suicidio: Albanese, stanco dei tradimenti, potrebbe aver ucciso la compagna, liberandosi del corpo e poi uccidendosi.
Il corpo di Sofiya Melnyk è stato trovato in un burrone vicino a Cima Grappa da alcuni cacciatori. Solo l’autopsia chiarirà le modalità della morte della donna ucraina scomparsa il 15 novembre scorso da Cornuda. @lucaginetto63 @RaiTre pic.twitter.com/2jEM1zOzwB
— Tgr Rai Veneto (@TgrVeneto) 25 dicembre 2017
Andrea Pasqualetto ha raccontato oggi sul Corriere della Sera la scena dell’incontro al Comando dei tre che frequentava ultimamente Sofiya:
Quella sera, davanti al comandante dei carabinieri di Cornuda, si sono ritrovati tutti e tre, straziati e ignari l’un dell’altro. «Era la mia compagna da nove anni»,ha sussurrato il geologo settantenne di Rimini che vedeva Sofiya nei fine settimana. «Era la mia fidanzata da qualche mese», l’ha guardato storto il medico sessantenne di Montebelluna che non sapeva del geologo. «Signori,era la mia donna da sedici anni, abitavamo sottolo stesso tetto», ha sospirato invece Pascal Albanese, 50anni, sorprendendo così gli altri due che avevano sempre pensato a lui come al cugino di Sofiya.
Ora l’autopsia potrebbe dare un aiuto alle indagini. E fornire elementi per scoprire chi ha ucciso Sofiya.