Attualità
Simona Merra e Leonardo De Cesare: la foto di avvocato e PM di Trani
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2016-08-06
Il Giornale pubblica uno scatto che ritrae i due durante una festa, il CSM apre un fascicolo. Da mesi si indaga sulla procura di Trani
Il Giornale ha pubblicato ieri una fotografia finita all’attenzione del Csm, presa dal profilo Facebook della pm di Trani Simona Merra: la magistrata è immortalata durante una festa con l’avvocato Leonardo De Cesare. La prima indaga sull’incidente ferroviario di Andria, il secondo difende uno dei capistazione indagati, Vito Piccarreta. Il quotidiano ha suggerito che la foto fosse la prova di rapporti irrituali tra i due, quando invece i protagonisti hanno spiegato che si trattava di una “penitenza” per aver bagnato per errore il vestito della PM. «Noi parenti non possiamo vivere con l’incubo che le indagini possano essere influenzate da qualcosa d’altro: è come se mio padre lo avessero ucciso due volte», commenta amara Daniela Castellano. Ed eccoli, allora, i protagonisti della vicenda. Il Corriere spiega la vicenda:
La pm Simona Merra, che ieri si è sfogata a lungo con una persona fidata: «Quella foto? Era una festa a Molfetta, il compleanno a casa di un’amica, luglio 2013. Qualcuno che mi vuol male l’avrà presa da Facebook. Era un festone con tantissima gente. C’erano pure altri miei colleghi, non ero la sola. Perché Trani non è Roma! Siamo un ambiente ristretto. Io avevo un abitino succinto? Di sicuro d’estate non uso il burqa! L’avvocato De Cesare? Lo conoscevo, certo, è stato per anni viceprocuratore onorario a Trani. Un uomo spiritoso, allegro, è stato anche testimonial di Mascalzone Latino. Ma io sono una persona seria e non mi faccio influenzare da nessuno. Ora mi rimetto alle valutazioni del mio capo».
Dice lui, l’avvocato De Cesare: «Ero inginocchiato davanti a lei perché quella era una penitenza che dovevo pagare per un gavettone che non era destinato alla dottoressa ma a un mio amico, che all’ultimo momento però si era spostato e l’acqua era finita sull’abito nuovo della signora. Nella foto si vedono bene le macchie d’acqua sul vestito! E io perciò adesso sono molto arrabbiato, perché sono passati tre anni e querelerò tutti quelli che maliziosamente vogliono invece far credere che in quella foto noi oggi ce la stiamo ridendo da qualche parte, mentre ci sono 23 vittime…».
Di certo la PM ha sbagliato, se ha lasciato la fotografia tra gli scatti del suo profilo Facebook, visibile all’attenzione di tutti. Intanto però un esposto è arrivato alla sede del CSM dove da tre mesi si indaga sulla procura di Trani:
Il Csm, dopo una serie di la mentale e segnalazioni, vuol vederci chiaro sui rapporti di «amicizia» tra magistrati e avvocati. Nell’istruttoria, preliminare all’eventuale apertura di fascicoli individuali per incompatibilità ambientale, e nel caso al trasferimento d’ufficio, è finito anche il libro Frammenti di storie semplici, scritto da un ex gip di Trani, Roberto Oliveri del Castillo. Un testo iperbolico, che l’autore ha definito — proprio davanti al Csm, che l’ha già ascoltato, «di pura fantasia» — dove però qualcuno ha ravvisato «verosimiglianze» e affinità con le vicende riferite negli esposti. Ora la foto della pm che indaga sul disastro ferroviario con l’avvocato di uno degli indagati. Dopo la pubblicazione su il Giornale, il vicepresidente, Giovanni Legnini, è sceso in campo. E ha trasmesso l’esposto alla Prima commissione competente in materia, che lo vaglierà nell’ambito della procedure già in corso, il cui relatore è il consigliere laico di Forza Italia Pierantonio Zanettin.
Gli atti «sono già in possesso della Procura Generale della Cassazione per la valutazione degli eventuali profili disciplinari», ha fatto sapere Legnini, che oggi ha anche sentito il procuratore di facente funzioni, Francesco Giannella. Promette «tempestività». In questi giorni di pausa, la commissione continuerà a raccogliere la documentazione, in modo da essere pronta alla ripresa a decidere se procedere o meno sui singoli magistrati. Questo avviene in un momento in cui, all’interno dello stesso Csm, viene criticata l’attività investigativa della commissione che si protrae per mesi come è avvenuto nel caso del procuratore di Arezzo Roberto Rossi. «Pensiamo di stare esattamente — sottolinea il presidente Renato Balduzzi — nei compiti che l’ordinamento ci assegna».
Il Giornale intanto oggi pubblica altre foto:
Quanto alle indagini, la PM ha ricordato che l’interrogatorio di Piccarreta è stato condotto da tutti e 5 i titolari dell’inchiesta. «Non c’è stata nessuna attività che io ho svolto in autonomia» e «non avrei motivo di favorire nessuno perché il mio compito è accertare la verità». Ma «se il Procuratore riterrà di sollevarmi da questo incarico chiaramente mi adeguerò».