Antonio Ciontoli condannato a 14 anni: la sentenza per l’omicidio di Marco Vannini

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-09-30

Antonio Ciontoli è stato condannato a 14 anni mentre la moglie e i due figli a 9 anni e 4 mesi per la morte di Marco Vannini avvenuta a Ladispoli nel maggio del 2015

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Antonio Ciontoli è stato condannato a 14 anni mentre la moglie e i due figli a 9 anni e 4 mesi per la morte di Marco Vannini avvenuta a Ladispoli nel maggio del 2015. Per il capofamiglia i giudici, nell’ambito del processo di appello bis, hanno riconosciuto il reato di omicidio volontario con dolo eventuale. Per i componenti della famiglia, la moglie Maria Pezzillo e i figli Federico e Martina, fidanzata di Marco Vannini, è stato riconosciuto l’omicidio volontario anomalo Questa la decisione dei giudici della seconda corte di Assise di Appello. Il pg Vincenzo Saveriano lo scorso 16 settembre ha chiesto di condannare tutta la famiglia Ciontoli a 14 anni di reclusione per omicidio volontario; in subordine, l’accusa ha chiesto di ritenere i familiari di Antonio Ciontoli, che ferì a morte Vannini, responsabili di concorso anomalo in omicidio e di condannarli alla pena di 9 anni e 4 mesi di reclusione, ribadendo la richiesta dei 14 anni di reclusione per il capo famiglia Antonio.

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Ciontoli aveva detto nel corso delle dichiarazioni spontanee: “Chiedo perdono per quello che ho commesso e anche per quello che non ho commesso. So di non essere la vittima ma il solo responsabile di questa tragedia”. “Sulla mia pelle – ha continuato Ciontoli- sento quanto possa essere insopportabile, perché innaturale, dover sopportare la morte di un ragazzo di vent’anni, bello come il sole e buono come il pane. Quando si spegneranno le luci su questa vicenda, rimarrà il dolore lacerante a cui ho condannato chi ha amato Marco. Resterà il rimorso di quanto Marco è stato bello e di quanto avrebbe potuto esserlo ancora e che a causa del mio errore non sarà. Marco è stato il mio irrecuperabile errore”

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Nelle sue repliche, questa mattina, il pg rivolgendosi ai giudici ha detto: ”La sentenza è già scritta, perché avete la sentenza della Cassazione e non potete non considerare la colpa di Antonio Ciontoli e dei suoi familiari, che hanno assecondato quello che voleva il capo famiglia. C’è quindi un concorso pieno di tutti, tutti sapevano che continuando col loro comportamento, non facendo nulla, Marco sarebbe morto”. ”Auspichiamo una sentenza giusta, non vogliamo denaro, vogliamo una sentenza conforme alla legge quale si aspetta il popolo italiano” ha detto l’avvocato Franco Coppi, insieme con Celestino Gnazi legale di parte civile per la famiglia Vannini. ”Antonio Ciontoli voleva nascondere lo sparo che aveva ferito Marco e non ha fatto nulla per impedire la sua morte – ha affermato Coppi in aula – lo stesso figlio di Ciontoli, Federico, giudica inconcepibile il comportamento del padre”. La Corte di Cassazione aveva annullato il processo d’appello che ha visto Antonio Ciontoli condannato per omicidio colposo e non per omicidio volontario. La prima sezione penale della Corte di Cassazione aveva annullato, con rinvio, la sentenza di secondo grado per l’assassinio del ventenne Marco Vannini, a carico di Antonio Ciontoli, condannato per omicidio colposo a 5 anni, per Maria Pezzillo, la moglie, e per i loro figli Federico e Martina, la ragazza di Marco Vannini, condannati a 3 anni. Gli ermellini hanno accolto la richiesta della Procura Generale e il ricorso della famiglia Vannini, di rimodulare le condanne per omicidio colposo a carico degli indagati. In primo grado ad Antonio Ciontoli, accusato di aver materialmente sparato il colpo che uccise Marco Vannini era stato riconosciuto l’omicidio volontario e per questo venne condannato a 14 anni. i giudici di secondo grado, il 29 gennaio dello scorso anno, dichiarano Ciontoli responsabile di omicidio colposo, condannandolo a 5 anni di carcere e confermando la pena pari a 3 anni per i suoi familiari. I giudici di secondo grado, il 29 gennaio dello scorso anno, avevano dichiarato Ciontoli responsabile di omicidio colposo, condannandolo a 5 anni di carcere e confermando la pena pari a 3 anni per i suoi familiari.

La morte di Marco Vannini

La notte in cui tutto comincia è quella tra il 17 e il 18 maggio 2015, quando Marco Vannini, 20 anni, muore dopo essere stato ferito da un colpo di pistola nella casa della sua fidanzata, Martina Ciontoli, a Ladispoli. Alle 23 del 17 maggio Marco e’ a casa Ciontoli e si sta facendo una doccia, e’ la ricostruzione emersa dalle indagini: entra in bagno Antonio Ciontoli, sottufficiale di Marina e padre di Martina, per prendere due pistole che aveva riposto in una scarpiera. Marco, racconta Ciontoli, si mostra interessato a queste e lui, per gioco, pensando che l’arma fosse scarica, fa esplodere un colpo, che ferisce Vannini a un braccio. Quaranta minuti dopo, la prima chiamata al 118: a parlare e’ Federico Ciontoli, figlio di Antonio e fratello di Martina. Dice all’operatore che un ragazzo ha avuto un mancamento per uno scherzo. La cornetta passa alla madre, Maria Pezzillo, che chiude il telefono affermando che richiamera’ in caso di bisogno. Poco dopo la mezzanotte – ore 00.06 – al 118 giunge un’altra telefonata: stavolta e’ Antonio Ciontoli, che riferisce di un ragazzo che si e’ infortunato nella vasca da bagno con un pettine appuntito. L’operatrice sente in sottofondo lamenti e urla di Vannini. L’ambulanza arriva a mezzanotte e 23 minuti: a mezzanotte e 54, Ciontoli al Pit (Posto di primo intervento) di Ladispoli parla di un colpo partito accidentalmente. Viene chiamato l’elisoccorso per trasportare Vannini al Policlinico Gemelli: ben due volte sarà costretto ad atterrare per l’aggravarsi delle condizioni del giovane. Poco dopo le 3 del mattino del 18 maggio, Marco Vannini muore.

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