Attualità
Se Angela Merkel dice le bugie ai bambini
di Giovanni Drogo
Pubblicato il 2015-07-17
La politica a volte è dura, e bisogna prendere scelte difficili, ha detto la Merkel ad una bambina palestinese. Il problema è che stava mentendo. Ecco perché
Angela Merkel non gode certo di una grande popolarità; la Cancelliera tedesca che in questi giorni ha fatto imporrre alla Grecia pesanti condizioni e riforme impossibili ha la reputazione di essere una vera dura. L’episodio di ieri, quello della Merkel che fa piangere una bambina palestinese sembra confermare proprio l’opinione diffusa secondo la quale Angela è una donna senza cuore. Ma è davvero così?
È LA REALPOLITIK, BIMBA
La storia del video è ormai nota, una ragazzina racconta alla Cancelliera le sue speranze di poter studiare e vivere in Germania con la sua famiglia. Il problema è che la povera bambina è una rifugiata palestinese scappata da un campo profughi libanese e quindi Angela le risponde seriamente che no, probabilmente non potrà stare in Germania ancora per molto perché lì da loro non c’è molto spazio, che la politica è fatta di scelte e decisioni molto dure tra cui quella di rimandare indietro una parte dei rifugiati che si trovano sul suolo tedesco. Severa ma giusta diranno alcuni, insensibile è il commento più tenero di quelli dell’altra parte. Alla fine l’unica colpa della Merkel qual è stata? Quella di dire la verità, anche se terribile, ad una bambina che è scappata dalle misere condizioni di vita in un campo profughi? Al di là dei modi brutali alla fine non si può certo rimproverare alla Cancelliera, dicono, di non essere una politica onesta. Certo parlare così ad una bambina ci apre uno spiraglio inquietante su quello che potrebbero essersi detti lei e Tsipras durante i vari incontri per il salvataggio della Grecia ma tant’è.
QUELLO CHE LA CANCELLIERA NON DICE
Quando la Merkel dice che Reem forse dovrà tornare indietro perché la Germania non può accogliere tutti i rifugiati che ci sono nei campi profughi in Libano e in Medio Oriente in realtà sta mentendo. Secondo i trattati internazionali un paese non può rimandare indietro coloro ai quali è stato garantito lo status di rifugiato politico. Non è vero quindi che la Germania (o la Merkel) avranno il penoso ma doveroso compito di mandare indietro le persone come Reem e la sua famiglia. Perché legalmente la Germania (così come gli altri paesi) non può farlo. E c’è pure una legge tedesca che regolamenta in maniera molto precisa la cosa, il Asylverfahrensgesetz. Ma questa non è l’unica bugia dell’onesta Merkel: ad esempio non c’è alcun nesso di causalità tra l’accogliere rifugiati come Reem e il rischio che questo sia visto come un segnale o un invito per altri rifugiati a trasferirsi in Germania. Come spiega Vox la Germania (ma per quel che vale anche l’Italia, ovvero tutti i paesi che hanno firmato il trattato del 1951) non sono obbligati a farsi carico di quei rifugiati che vivono al di fuori dei propri confini. Se è vero che la Germania è uno dei paesi occidentali che ospita più rifugiati il numero è molto basso (173.100 persone) se tenete conto che è uno dei paesi più ricchi del mondo, che i rifugiati nel mondo sono 19 milioni (5 milioni quelli di origine palestinese) e che ci sono paesi molto più poveri che ne ospitano milioni (vedi cartina sopra). L’uscita della Merkel suona incredibilmente simile a certe uscite di Beppe Grillo che ha paura che tutta l’Africa possa venire a trasferirsi in Europa. Ovviamente non è così. Quello di cui la Merkel ha davvero paura è di perdere le elezioni, non di vedere la Germania invasa dai rifugiati. Perché se pensate che in Italia ci sia un problema di razzismo (e c’è) in Germania i neonazisti hanno fatto una mappa su Google con le abitazioni dove abitano coloro a cui è stato concesso asilo politico. Se Reem farà più fatica a sognare di poter andare all’Università la Merkel potrà continuare a sognare di rivincere le elezioni.