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La grande fuga dei romani dalla quarantena in Sardegna

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-08-19

Molti dei 40 romani in vacanza in Sardegna a rischio COVID-19 hanno deciso di abbandonare l’isola senza test del tampone, visto che un responso positivo avrebbe comportato la permanenza sul posto

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Una grande fuga da Porto Rotondo e dalla Costa Smeralda. La racconta oggi Il Messaggero facendo sapere che molti dei 40 romani in vacanza in Sardegna a rischio COVID-19 hanno deciso di abbandonare l’isola senza test del tampone, visto che un responso positivo avrebbe comportato la permanenza sul posto.

La grande fuga dei romani dalla quarantena in Sardegna

Per questo, spiega il quotidiano, molti giovani del gruppo di Roma Nord non se la sono sentita di chiedere un ulteriore credito ai genitori, in caso di tampone positivo, per confinarsi in una casa in Sardegna per chissà quanto tempo. E allora meglio imbarcarsi e rientrare nella Capitale.

Testimone di questo esodo è Paolo, romano di 20 anni. Paolo ha contratto la malattia, ed è un componente dell’ormai famosa comitiva dei 40 di Roma Nord che dal 4 agosto all’undici hanno  frequentato tutti i locali più rinomati della costa nord – orientale dell’Isola. Paolo è anche tra i 6 ragazzi rimasti a Porto Rotondo. Adesso vive isolato in una stanza dell’appartamento di famiglia. Ecco il suo racconto: «Ho la fortuna di avere una casa di proprietà. Quelli che sono fuggiti erano in affitto». «In molti sono letteralmente scappati dalla Costa Smeralda quando si è diffusa la notizia del coronavirus».

«Lo hanno fatto – continua – perché avevano paura di aver contratto la malattia, erano in affitto per 4 giorni al massimo e non volevano correre il rischio di dover pagare altri soldi per la  locazione», spiega Paolo. E aggiunge: «Hanno usato una doppia mascherina però quando sono saliti sull’aereo». Prova a giustificarli. Poi il 20enne si interroga sulla validità del tampone o la  sincerità di alcuni suoi amici che sono rimasti in Costa Smeralda. «Ho fatto il tampone e sono risultato positivo. L’ho detto a dei miei amici (romani in vacanza a Porto Rotondo, ndr). Parlo di ragazzi che hanno bevuto dalla stessa bottiglia da cui ho bevuto io, che hanno fumato la stessa sigaretta. Ebbene mi hanno detto di essere negativi». Paolo si ferma e poi aggiunge perplesso: «Ma è possibile?».

Paolo a volte ha la febbre a 38 e mezzo, che però la sera scende. «Dal 4 all’11 agosto – racconta Luca un altro 20enne del gruppo di Roma Nord – siamo andati in almeno sette locali». Li elenca, a partire dal Billionaire a Porto Cervo. Ed è di ieri la notizia che un dipendente sardo, di Sassari, del locale è risultato positivo. Intanto, spiega il Corriere della Sera, la Asl romana ieri ha dato conferma di altri sei casi, che si aggiungono agli otto già accertati lunedì. E sempre dalla Sardegna tornano nella Capitale due giocatori della Primavera della Roma, asintomatici ma positivi. La loro versione è difficile da verificare: «In discoteca? Mai».

Le immagini della festa al Country Club di Porto Rotondo, esclusivo locale che il 9 agosto ospitava l’evento Blackhole, continuano a fare il giro del web, e a far preoccupare chi, in un modo o  nell’altro, è entrato in contatto con quel luogo e con chi lo frequentava. Lorenzo Palazzi, uno dei dj di quella serata, ha ammesso di essere risultato positivo al test, effettuato il 15 agosto. Ma la festa si è tenuta appunto il 9, quindi alcuni giorni prima. Così è scattato il panico. Anche perché, oltre alla calca in pista, tutti stipati e senza mascherine, tra i ragazzi ci sono state molte altre occasioni d’incontro. Seduti a un tavolo a bordo piscina si sono fotografati Palazzi, Alemanno e Riccardo Carnevale, anche lui tra i dj ospiti dell’evento.

La notizia della positività dell’amico è subito rimbalzata tra chat e social. Alemanno ieri ha voluto spiegarsi su Instagram: «Appena appreso il rischio del potenziale contagio ho effettuato un primo tampone, risultato negativo, e successivamente un secondo che ha confermato l’esito negativo dopo 5 giorni — racconta il figlio di Gianni Alemanno e Isabella Rauti —. In seguito a quanto accaduto,  abbiamo deciso tutti responsabilmente di fare il tampone». Poi l’attacco: «Cercare un episodio zero in Sardegna è assurdo e pretestuoso considerata l’affluenza nei vari locali, spiagge e ristoranti della Costa Smeralda e mi permetto di dire di tutta Italia».

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