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Sandro Gozi indagato per 220mila euro di consulenze

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-04-15

Iscritto nel registro degli indagati a San Marino insieme alla presidente della Banca Centrale del Titano Catia Tomassetti

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Per una consulenza fantasma da 220 mila euro sono stati iscritti nel registro degli indagati dal Tribunale Unico di San Marino, Catia Tomasetti, presidente dal maggio scorso di Banca Centrale sammarinese, e Sandro Gozi, ex sottosegretario con delega agli affari europei alla presidenza del Consiglio dei Ministri nei governi Renzi e Gentiloni, nonché candidato alle prossime europee con la lista En Marche del presidente francese Macron.

Sandro Gozi indagato per 220mila euro di consulenze

Gozi ha annunciato di recente la sua candidatura con En Marche: il nome del deputato ed ex segretario di Stato agli Affari europei figura al ventiduesimo posto sui primi trenta candidati della lista ‘Renaissance’ – ‘Rinascimento’ – diffusa ai giornalisti dopo la conferenza stampa del partito a Parigi. Tra le altre personalità europee candidate in Francia con la lista di Macron, la ginecologa e chirurga greca, Chrysoula Zacharopoulou.

sandro gozi

Sandro Gozi e Tomasetti secondo l’indagine del commissario della legge Alberto Buriani, in concorso tra loro “con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso”, avrebbero indotto “il consiglio direttivo di Banca centrale di San Marino a stipulare un contratto con Gozi per una consulenza rivelatasi poi fittizia”. La consulenza, secondo la task-force della polizia giudiziaria coordinata dal magistrato in un’indagine partita in seguito a un esposto lo scorso dicembre, aveva come oggetto l’adeguamento normativo sammarinese per armonizzare i rapporti con l’Ue e con le istituzioni estere. Stando all’accordo la consulenza sarebbe stata pagata a Gozi 120 mila euro, con pagamenti mensili da 10 mila euro più un rimborso spese e una ‘success fee’ da 100 mila euro a sottoscrizione dell’accordo con l’Ue, a prescindere dal fatto che che Gozi vi avesse contribuito o meno. L’ipotesi di reato è amministrazione infedele in concorso, aver cioè prodotto con il loro comportamento un danno nei confronti dell’ente, in questo caso la Banca Centrale sammarinese (Bcsm). Secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti, era stato Gozi, quando era sottosegretario, ad aver presentato all’allora ministro alle Finanze sammarinese, Simone Celli, la riminese Catia Tomasetti come possibile candidata alla presidenza dell’istituto di vigilanza bancaria sammarinese. Tomasetti fu poi eletta dal parlamento sammarinese. Nel giugno dello scorso anno tra i suoi primi atti aveva quindi proposto la nomina di Gozi come consulente. Stando alle indagini, da presidente aveva poi omesso di informare il consiglio direttivo di Banca centrale dei pregressi rapporti con Sandro Gozi, il quale “già in passato – scrivono dal Tribunale di San Marino – si era adoperato perché la Tomasetti ricevesse incarichi presso istituti bancari italiani quali Cassa di Risparmio di Ferrara, ora in liquidazione coatta e amministrativa, e Cassa di Risparmio di Cesena, incorporata nel 2018 dal gruppo Crédit Agricole Cariparma”. Gozi ha risposto alle accuse con una nota: “Leggo notizie su una presunta indagine nei miei confronti da parte del Tribunale Unico di San Marino. Personalmente posso affermare con certezza di non aver ricevuto alcuna comunicazione giudiziaria e ciò non mi sorprende. Infatti la consulenza di cui si parla non può’ prestarsi ad alcuna critica in quanto rientra nel mio ambito tipico professionale e l’incarico mi è stato affidato dal consiglio di amministrazione della Banca Centrale di San Marino nel pieno rispetto delle sue procedure. Si tratta con evidenza di informazioni fatte circolare ad arte per screditarmi a seguito dell’annuncio della mia candidatura. In ogni caso sono sereno perché la correttezza del mio operato mi protegge”

In copertina: Sandro Gozi (a sinistra durante un dibattito a Otto e Mezzo con Alfonso Bonafede)

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