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Salvatore Madonna: il consigliere PD indagato per i candidati a loro insaputa
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2017-02-08
Madonna avrebbe vistato le firme di tutti i nove candidati ”a loro insaputa” di Napoli Vale, una delle liste civiche a sostegno di Valeria Valente, candidata a sindaco del centrosinistra
Il nucleo di Polizia giudiziaria di Napoli ha notificato un avviso di garanzia a Salvatore Madonna, consigliere comunale del Partito Democratico, rieletto a giugno scorso. Il reato contestatogli è quello di violazione della legge elettorale, nell’ambito dell’inchiesta aperta dalla procura di Napoli per i 9 casi di candidati inseriti a loro insaputa nella lista civica Napoli Vale che appoggiava la candidatura a sindaco di Valeria Valente, parlamentare del Pd, e dei due presenti in altre liste.
Salvatore Madonna: il consigliere PD indagato per i candidati a loro insaputa
L’esponente del Pd è stato convocato dai magistrati per rendere interrogatorio. Madonna avrebbe vistato le firme di tutti i nove candidati ”a loro insaputa” di Napoli Vale, una delle liste civiche a sostegno di Valeria Valente, candidata a sindaco del centrosinistra. Le autentificazioni delle nove firme avvennero tutte il 6 maggio, ovvero il giorno prima che scadessero i termini per la presentazione. Gli inquirenti stanno esaminando tutti gli atti acquisiti nei giorni scorsi negli uffici elettorali del Comune dagli investigatori della Guardia di Finanza della sezione di polizia giudiziaria della procura, guidati dal colonnello Luigi Del Vecchio. Finora gli unici casi di irregolarità accertati sono quelli relativi alle candidature della lista associata al nome della Valente, mentre sarebbero stati esclusi illeciti, ipotizzati nei giorni scorsi, riguardanti un candidato di Pensionati d’Europa, che appoggiava Gianni Lettieri del centrodestra, e uno della lista che faceva riferimento a Marcello Taglialatela, di Fratelli d’Italia. Spiega oggi Conchita Sannino su Repubblica:
Stando all’indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Alfonso D’Avino, sarebbe stato infatti Madonna ad autenticare la posizione di tutti e nove i candidati ignari, arrivando perfino a certificare come vera una firma che manca totalmente: è il caso di Enrica Silvestri, una docente del Vomero. Il suo nome, insieme a quello dell’avvocato Raffaele Capasso, sono gli ultimi che la pattuglia di finanzieri guidata dal colonnello Luigi Del Vecchio ha ricostruito alla voce “ignari”. Intanto, sul caso interviene il governatore De Luca. «Una vicenda vergognosa rispetto alla quale occorre avere il massimo del rigore», dice a Radio Kiss Kiss. «Guardiamo con attenzione a chi ne ha le responsabilità ma non ci sono giustificazioni possibili. C’è solo da vergognarsi»
Un primo indagato, dunque, a conclusione di questa prima fase dell’indagine che fu aperta in seguito alla segnalazione di una giovane disabile che aveva appreso di essere stata candidata solo quando, pochi giorni fa, le fu notificata la richiesta della Corte di Appello di presentare – come è tenuto a fare ogni candidato – la rendicontazione di eventuali spese sostenute per la campagna elettorale. Gli inquirenti stanno cercando di mettere a fuoco la finalità dei presunti illeciti. Escludendo un ”ritorno” economico (non sono previsti contributi infatti in base al numero dei candidati inseriti in lista), restano sul tappeto tre opzioni: l’obiettivo di far apparire, attraverso la creazione di liste civiche, più consistente del reale il ”peso politico” dello schieramento; l’intento di qualche esponente del partito incaricato di approntare le liste di mostrarsi particolarmente solerte ed efficiente con la presentazione di un numero di candidati maggiore di quanto fosse in grado di cooptare; il rispetto delle quote rosa. Una chiave di lettura, quest’ultima, proposta oggi in una dichiarazione dal coordinatore di Forza Italia Fulvio Martusciello. Ed in effetti le nove candidature ”a loro insaputa” sarebbero costituite in maggioranza da donne. Domani pomeriggio intanto in procura si presenterà Valeria Valente, convocata dal pm Buda come persona informata dei fatti. Un interrogatorio che si configura come un passaggio chiave per l’accertamento dei fatti.