Attualità
La causa per diffamazione di Roberto Baggio a Paolo Mocavero di Centopercentoanimalisti
di Giovanni Drogo
Pubblicato il 2018-02-20
Prima udienza del processo per diffamazione ai danni del Divin Codino e primo rinvio perché al leader di Centopercento animalisti non è stato notificato l’atto di citazione a giudizio. Un peccato, perché Baggio era regolarmente presente in Aula e Mocavero avrebbe potuto ribadire quello che pensa di lui davanti al giudice e ai giornalisti
Nel 2015 un gruppo di attivisti di Centopercentoanimalisti andò a contestare l’ex attaccante della Nazionale Roberto Baggio alla fiera Vicenza Hunting Show, dedicata al mondo della caccia. Il “divin codino” infatti non ha mai nascosto di essere appassionato di caccia e questo, per l’associazione animalista che è solita festeggiare ogni volta che muore un cacciatore è chiaramente inaccettabile. Per questo motivo oltre alla tradizionale contestazione fuori dai padiglioni della Fiera il gruppo guidato da Paolo Mocavero aveva deciso di farla pagare a Baggio, buddista e cacciatore.
Perché Roberto Baggio ha querelato Paolo Mocavero di Centopercentoanimalisti
Tutto ebbe inizio verso la fine di gennaio del 2015. Durante un blitz notturno un gruppo di attivisti tappezzò il centro di Caldogno, la città in provincia di Vicenza dove Baggio abita, di manifesti contro l’ex calciatore. Sui volantini appiccicati un po’ ovunque si leggeva: «Roberto Baggio, il tuo passato non cancella l’odore … Cinghiali o cormorani, abbiamo perso la pazienza». Il riferimento era ad una “strage” di cormorani, autorizzata dalla Regione, alla quale secondo gli animalisti avrebbe preso parte anche l’ex attaccante della Juventus.
Curiosamente però il post dove Centopercentoanimalisti denunciava Baggio e rivendicava il successo del blitz è stato cancellato dal sito (ma si può leggere qui). Nell’articolo l’associazione spiegava che «molti Italiani non sanno Roberto Baggio è un noto cacciatore, quindi per l’ex giocatore del Brescia, meglio non farlo sapere troppo in giro, dato che il 90% degli Italiani disprezza profondamente i cacciatori».
Qualche settimana dopo, il 14 febbraio 2015, Centopercentoanimalisti era alla fiera di Vicenza ad urlare cose come “schifoso buddista falso” all’indirizzo di Baggio. La classica contestazione a base di insulti e minacce che è il marchio di fabbrica dell’associazione. Baggio però decise querelare per diffamazione il capo dell’associazione, Paolo Mocavero, che lo aveva insultato pubblicamente. Non era per altro la prima volta che Centopercentoanimalisti contestava Baggio. Nel 2013 avevano esposto uno striscione con su scritto “Baggio cacciatore buddista (!) il più infame della lista!”.
Il processo è stato Mocavero rinviato a giugno
Il processo a carico di Mocavero avrebbe dovuto iniziare ieri, 19 febbraio, ma l’udienza del processo per diffamazione a mezzo Internet intentato dal “Divin codino” nei confronti Paolo Mocavero è stata subito rinviata a giugno. Baggio si è presentato in Tribunale a Padova ma il giudice, dopo aver constatato la mancata notifica all’imputato del decreto di citazione a giudizio (che viene generalmente recapitata all’avvocato dell’imputato) ha rinviato l’udienza al 18 giugno 2018.
Il leader di Centopercentoanimalisti non era presente in aula ma ha fatto trasmettere un comunicato dove difende quanto detto nei confronti del calciatore: «Roberto Baggio si dichiara Buddista, ma va a caccia, contestare questa realtà non credo sia diffamazione, comunque sia, l’ex calciatore che ha contribuito a farci perdere un mondiale, si metta comodo, in coda, anzi in codina..».N
Nel frattempo sulla pagina Facebook di dell’associazione animalista continua la fiera degli insulti a Baggio. Perfettamente in linea con i dettami di Mocavero che è solito disseminare l’Internet di motivator come “Per salvare la vita degli animali, bisogna prima rovinare quella degli aguzzini”.