Attualità
L’emergenza Coronavirus e il sondaggio sul rischio di rivolte al Nord
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2020-05-12
Alessandra Ghisleri spiega che le informazioni spesso contraddittorie e a volte confuse sui fondamentali hanno instillato il seme della paura. La fiducia nei politici italiani oggi è al 4,6% – solo un punto percentuale più alta di quel periodo che ha portato Beppe Grillo al famoso Vday
C’è un rischio di rivolte nel Nord dell’Italia a causa dell’emergenza Coronavirus. Ne è convinto il campione che ha risposto al sondaggio di Euromedia Research pubblicato oggi da La Stampa: sette su dieci temono che la crisi economia possa far esplodere le rivolte sociali, soprattutto al Nord. Solo 5 su cento dichiarano di avere ancora fiducia nei politici.
L’emergenza Coronavirus e il sondaggio sul rischio di rivolte al Nord
Alessandra Ghisleri spiega che le informazioni spesso contraddittorie e a volte confuse sui fondamentali hanno instillato il seme della paura e gli italiani hanno rispettato i limiti imposti.
Interrogati nel merito dopo 4 giorni di Fase 2, solo l’1,3% ci ha dichiarato che di essere uscito anche durante il lockdown, il che coincide con quanto dichiarato il 15 aprile sullo stesso tema. Dai numeri ci si rende conto che la responsabilità degli italiani ha risposto positivamente quando ha dovuto rispettare le regole, lo stesso rispetto che ora la gente chiede in cambio alle istituzioni. Perché, mentre montano le polemiche cercando di far emergere ognuno le proprie opinioni inseguendo chi può aver sbagliato, ci sono famiglie che si scoprono in grandi difficoltà economiche.
Oggi gli italiani insieme alla paura scoprono la preoccupazione della mancata ripresa: il 56,8% teme l’aggravamento della situazione economica mentre il 40,1% rimane ancora concentrato sul contagio. Coloro che sono attivi nel mondo del lavoro sono in maggioranza concentrati sul fattore economico insieme alle loro famiglie, chi studia o è impegnato in percorsi di formazione teme il contagio come stop alla conclusione del loro percorso.
Di fronte a questo spaesamento il 64,6% degli italiani si dichiara consapevole del rischio di importanti tensioni sociali soprattutto nelle aree più produttive del paese.
Durante il corso di questi incredibili mesi, molto si è scritto e detto sui numeri riguardanti il Pil, l’occupazione, le crisi aziendali… tuttavia i numeri pur rivelando lo stato dell’arte sono freddi e hanno difficoltà a raccontare il calore generato dalle voci umane che si trasformano in grida di dolore e richieste di aiuto. Il tema vero è che la fiducia nei politici italiani oggi è al 4,6% – solo un punto percentuale più alta di quel periodo che ha portato Beppe Grillo al famoso Vday- il che ci spinge ad affermare con forza che la politica oggi non deve inseguire il consenso, ma il buon senso.