Quando iniziano i divieti del DPCM Natale

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-11-29

Quando scatterebbe il divieto di spostamento tra regioni del DPCM Natale?

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Mentre il governo è orientato verso una riapertura delle aule il 7 gennaio, a festività concluse, accogliendo così le istanze dei presidenti di Regione eesta però ancora la questione degli spostamenti tra le Regioni, col rientro a casa per Natale, il principale nodo che il governo deve sciogliere in vista del prossimo Dpcm. Una questione non da poco anche perchè l’esecutivo, considerando il raffreddamento della curva dei contagi, si attende un’Italia quasi tutta gialla per metà dicembre, il che vorrebbe dire -stando alle attuali regole- libertà di spostamento. Quando scatterebbe il divieto di spostamento?

Quando iniziano i divieti del DPCM Natale

Secondo il Corriere una settimana circa prima di Natale saranno in vigore le restrizioni sugli spostamenti tra regioni, anche in zona gialla:

Il divieto di spostamento tra le Regioni, comprese quelle in fascia gialla, scatterà una settimana prima del Natale. La norma entrerà in vigore il 18 o il 19 dicembre, la data di inizio sarà stabilita martedì durante il confronto con i governatori e inserita nel Dpcm in vigore dal 4 dicembre per il contenimento dei contagi da Covid-19. Sono i numeri ancora altissimi di nuovi positivi, ricoverati e vittime a far prevalere la linea del rigore. Sono le difficoltà in cui si trovano ancora molte strutture sanitarie ad aver convintoiministri inizialmente favorevoli ad alcuni allentamenti a condividere le restrizioni. «Troppo alto — ammoniscono gli scienziati del Cts — è il rischio di far risalire la curva epidemiologica ora che le misure cominciano invece a dare risultati. I presidenti di Regione tenteranno ancora di evitare la nuova norma, ma la decisione sembra ormai presa per evitare «che possa ripetersi quanto accaduto durante l’estate con oltre 8 milioni di persone in movimento che nella settimana di Ferragosto hanno provocato una seconda ondata tanto drammatica», come ripetono i ministri Boccia e Speranza. Il percorso è tracciato anche se alcuni dettagli devono ancora essere messi a punto.

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Da stabilire ancora limiti e deroghe; un’ipotesi è di permettere il ritorno alla residenza e il ricongiungimento con genitori anziani (con autocertificazione). E’ quest’ultima dei ritorni a casa per il Natale una delle questioni che stanno più a cuore agli italiani, che di fronte ancora a centinaia di morti al giorno – numeri che a volte sembrano rimossi – e decine di migliaia di tamponi positivi, vedranno vietate le tavolate fuori casa il 25 e a Santo Stefano. Il governo non stabilirà un numero massimo di commensali tra le mura domestiche, ma darà raccomandazioni. “Limitare al massimo anche nelle proprie abitazioni il numero di persone che si ritrovano”, ha prescritto il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss) Silvio Brusaferro. Altri nodi sono le seconde case, quelle di vacanza, e i rientri dall’estero. Sul primo tema si valuta la soluzione francese: permettere di raggiungere le abitazioni in montagna, ma con impianti sciistici e ristoranti chiusi per evitare assembramenti. Ciò porterebbe comunque a un parziale svuotamento di grandi città – ad esempio Milano – e a spostamenti massicci e pericolosi di persone. Se invece ci si vuole inoltrare all’estero, magari in Paesi che non chiuderanno gli impianti da sci – come Svizzera e forse Austria -, al ritorno potrebbe esserci la quarantena obbligatoria (lo ha prospettato ieri il ministro degli Esteri Luigi Di Maio). E comunque il tampone. A Natale sarà possibile invece andare a messa, anche a quella della vigilia, seppure in orario compatibile con il coprifuoco, che resterà probabilmente alle 22

 

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