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Le accuse della ONG alla Guardia Costiera italiana

neXtQuotidiano 24/06/2018

Oscar Camps, fondatore di Proactiva Open Arms: «Ci hanno detto di non intervenire e di lasciar fare i libici. Ma la Libia non ha un porto sicuro»

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L’ONG Proactiva Open Arms ha denunciato che la Guardia costiera italiana le ha ha ordinato di non intervenire nelle operazioni di salvataggio, in corso oggi, di un migliaio di migranti su sette imbarcazioni nel Mediterraneo meridionale, perché se ne sta occupando la Guardia costiera libica. Il fondatore della ONG, Oscar Camps, ha scritto su Twitter: “Alle 12.40 abbiamo comunicato con il Centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo di Roma, in risposta alla loro chiamata generale a tutte le navi per il recupero in acque internazionali di un migliaio di persone alla deriva e senza salvagente. La loro risposta, ‘Non abbiamo bisogno del vostro aiuto'”.

Proactiva Open Arms contro la Guardia Costiera italiana

Camps ha criticato la decisione di attribuire “tutti i casi in acque internazionali alla Guardia costiera libica”, a suo avviso “la più grave devoluzione di massa nella storia del Mediterraneo”. Secondo Camps, i migranti saranno prelevati dai libici “con la forza e contro la loro volontà” e una volta a terra “torneranno a comprarsi un altro passaggio per luglio”.

proactiva open arms 1

Camps ha spiegato che la RCC Libia non può dare un porto sicuro mentre Malta non ha ratificato la convenzione SAR del 2004, ricordando che chi dà l’avviso del salvataggio deve assegnare un porto sicuro di sbarco.

Barcellona offre il porto sicuro

La sindaca di Barcellona, Ada Colau, ha offerto accoglienza alla nave della ong spagnola Proactiva Open Arms, alla quale le autorità italiane avrebbero dato ordine di non soccorrere un migliaio di migranti nel Mediterraneo e di lasciare che siano presi in carico dalla Guardia Costiera libica. In questo momento – scrive Colau su Twitter – vi sono circa 1.000 persone alla deriva e sette barconi, e l’Italia pretende che vengano lasciate nelle mani della Libia, dove le persone vengono torturate, stuprate e schiavizzate”. “Barcellona si offre come porto sicuro”, ha aggiunto Colau, che ha lanciato un appello al premier spagnolo, Pedro Sanchez, e al ministro delle Pari opportunità, Carmen Calvo, affinché “Open Arms venga aiutata a salvare vite”.

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Intanto va in scena una polemica sui soccorsi in mare tra Malta e il governo italiano, ancora una volta impersonato dal ministro dei Trasporti (e dei porti) Danilo Toninelli (M5S), tra accuse reciproche di “disumanità” e di scaricabarile nel concedere approdo alle navi delle Ong che raccolgono i naufraghi.

Leggi sull’argomento: Lifeline, chi ha ragione tra Italia e Malta?

 

 

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