I deliri di Povia su Zelensky che dovrebbe “abdicare al trono” | VIDEO

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-03-14

Il cantante, già noto per le sue posizioni no vax, è stato ospite di Massimo Giletti dando una versione della storia del tutto distorta (e filo-putiniana)

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Di posizioni ideologicamente assurde su questa guerra in Ucraina se ne sono sentite molte. Troppe. Decontestualizzazioni storiche, narrazioni basate su fake news condivise e propinate senza alcune verifica. Teorie della cospirazione attorno a eventi tragici (come i bombardamenti sui civili). Una visione parallela e distopica dell’attualità che domenica sera, negli studi di “Non è L’Arena” (La7), ha tocca la sua vetta sovrana con le parole pronunciate da Giuseppe Povia su Volodymyr Zelensky.

Povia e il delirio su Zelensky che dovrebbe “abdicare al trono”

“Io non parlerei di tifoserie, ma parlerei di pace che è la cosa che vorremmo tutti in questo momento”. Ha esordito così Giuseppe Povia dopo una lunga serie di tensioni con gli altri ospiti di Massimo Giletti in studio e in collegamento. E se si fosse fermato qui, il suo discorso sarebbe apparso contestuale agli eventi e anche estremamente indicativo rispetto a quel che sta succedendo, anche se privo di quella connotazione alla base di questa guerra: c’è un aggressore (la Russia) e un aggredito (l’Ucraina). Ma il cantante ha deciso di non fermarsi a quella strofa, iniziando a decantare un ritornello figlio di una grave distopia:

“Da una parte abbiamo uno che non si ferma, perché ha fatto un’azione di invasione. Quindi, criminale, crimini contro l’umanità. Sappiamo anche che dal 2014 c’è un conflitto in Ucraina, che è stato fatto un referendum nelle regioni del Donbass, dove il 90% delle persone hanno votato per essere filo-russi. E sappiamo che fino a quel momento ci sono stati quasi 15mila morti: civili, militari, donne e bambini. Detto questo, noi possiamo riempirci la bocca, ma sappiamo che ogni minuto c’è morte e devastazione. Noi non possiamo pensare che una formica che è l’Ucraina stia combattendo un elefante che è la Russia o stia cercando di portare un elefante che è l’America davanti alla porta di un altro elefante”.

Ma il climax del delirio è solamente all’inizio, perché dopo oltre un minuti di chiacchiere a vuoto, ecco che Povia tira fuori l’asso dalla manica:

“Quindi il più responsabile in questo momento, dopo 18 giorni di guerra, e ogni giorno è morte e devastazione e io mi sto cag*ndo addosso, il responsabile quanto Putin se non più di Putin è Zelensky che dovrebbe abdicare al trono subito”.

Al trono. Peccato che l’Ucraina non sia una monarchia – Zelensky è stato democraticamente eletto nel 2019 con il 73,22% dei voti -, ma uno Stato democratico. Insomma, non ne ha imbroccata. Più o meno come fa un piccione in stato confusionale nel traffico di una grande città. E la paradossale versione della realtà offerta da Povia viene sottolineata da due reazioni differenti. La prima quella di Alan Friedman in collegamento. Agevoliamo foto.

La seconda è quella di Massimo Giletti che, invece di sottolineare i paradossi pronunciati dal cantante (che poi si è esibito su quel palco, come al solito) ha detto: “Questo sarà un tema di discussione”. Quale, quello di Zelensky che deve lasciare il trono di un regno che non è un regno?

 

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