Pizza Connection: così il faccendiere puntava al Giglio Magico

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-07-06

Per favorire l’illecito accaparramento di commesse pubbliche la cricca su cui indaga la procura di Roma si sarebbe avvalsa soprattutto delle “solide entrature” di Raffaele Pizza, il faccendiere fratello dell’ex sottosegretario Giuseppe, in ambienti politico-istituzionali. Spunta il nome di Luca Lotti. Mentre nei guai finisce l’intera famiglia Alfano

article-post

Sono 50 le persone coinvolte in un’inchiesta della Procura di Roma su un presunto giro di mazzette e appalti pilotati. Eseguiti 24 arresti (12 in carcere e 12 ai domiciliari) e sequestrati oltre 1,2 milioni tra immobili, conti corrente e quote societarie. Le accuse per gli indagati sono di appropriazione indebita, truffa, corruzione, associazione a delinquere finalizzata a frode fiscale e riciclaggio. L’indagine nasce nel 2013 da una segnalazione di operazione sospetta dell’Ufficio informazione finanziaria della Banca d’Italia. Figura chiave del «sistema» erano il tributarista Alberto Orsini e il faccendiere Raffaele Pizza. Il punto di riferimento nelle istituzioni, secondo i pm, era il deputato di Ap Antonio Marotta.

Pizza connection: così il faccendiere puntava al Giglio Magico

Ma la parte più interessante dell’inchiesta è quella che riguarda gli alti livelli istituzionali a cui riusciva ad accedere la cricca. Per favorire “l’illecito accaparramento di commesse pubbliche” la cricca su cui indaga la procura di Roma si sarebbe avvalsa soprattutto delle “solide entrature” di Raffaele Pizza, il faccendiere fratello dell’ex sottosegretario Giuseppe, “in ambienti politico-istituzionali e con soggetti apicali di enti e società pubbliche, come Inps, Inail, Poste Italiane, Consip, Ministero della Giustizia, Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca ed Enel”. Nella richiesta di misure cautelari firmata dal pm, un paragrafo è dedicato all’origine delle “influenze politiche di Pizza“, che vengono ricondotte “all’attività politica esercitata attraverso il partito della nuova D.C. ed a pregressi accordi ed alleanze politico-elettorali” con l’allora premier Silvio Berlusconi.

giuseppe pizza raffaele pizza giglio magico
L’Operazione Labirinto (Il Messaggero, 6 luglio 2016)

In una intercettazione lo stesso faccendiere “evidenzia agli interlocutori l’evoluzione degli accordi politici convenuti con l’allora primo ministro, in virtù dei quali l’on Antonio Marotta venne designato a membro del Consiglio Superiore di Magistratura; il fratello Giuseppe Pizza venne nominato Sottosegretario presso il Ministero dell’istruzione e alla loro componente politica venne assicurato il controllo del consiglio di amministrazione di Poste Italiane”. Sempre nelle telefonate intercettate Pizza racconta “di essere stato l’artefice della nomina di Crecco a direttore generale dell’Inps…. disposta dal premier Berlusconi”, mentre altre intercettazioni (risalenti rispettivamente al gennaio e al marzo 2015) documentano una richiesta ricevuta nell’interesse di un non meglio specificato “vice comandante generale della Finanza” per una sua collocazione presso i Servizi segreti e l’incontro con un colonnello dei carabinieri, di cui non si conosce il nome, che avrebbe chiesto una mano a Pizza e a Marotta per un trasferimento. Sempre nella richiesta di applicazione di misure cautelari, si sottolinea come Pizza, nel gestire i suoi affari, fosse particolarmente guardino: infatti, “temendo una possibile azione intrusiva finalizzata a captare le conversazioni effettuate all’interno degli uffici, si è dapprima dotato di un apparato disturbatore di frequenze in grado di criptare le fonie, e successivamente ha fatto eseguire una bonifica degli ambienti”. E c’è di più: dalle intercettazioni si evince che la Pizza Connection puntava al Giglio Magico:

Qualche giorno prima, il 15 gennaio, Pizza, Lucangeli, e Ragosa sono nello studio di via Lucina. Nel locale ci sono anche gli onorevoli Antonio Marotta (Ncd) e Luca Sani (Pd). E le cimici dei finanzieri. Lucangeli esordisce così: «Dobbiamo immaginare il percorso politico commerciale per far sì che la Presidenza del Consiglio faccia questo decreto ministeriale per il riuso del software Tiap con soluzioni tecnologiche innovative, perché di fatto questo software di proprietà del ministero della Giustizia è già in uso alle procure più importanti, è già stato validato da Ernesto Carbone (deputato pd, fa parte della segreteria del partito)». E ancora. «I soggetti da andare a sentire sono il ministro Orlando, eventualmente anche il Csm…».
Si inserisce Pizza: «Con il vice presidente del Csm (Legnini), no, non c’è problema». Il prescelto per andare a parlare con il governo è Agostino Ragosa. Poi Pizza capisce che se devono puntare in alto, il nome è un altro. «Ma Carrai che interesse ha su ‘ste cose? Potrebbe essere funzionale? Io ti faccio una domanda di potere… no di cazzo… te lo dico io come dobbiamo fare… questa è un’opzione». Un altra opzione è andare direttamente dal sottosegretario Luca Lotti, probabilmente la persona più vicina al premier Renzi. Qualcuno ci arriva prima, secondo Lucangeli. Il 27 gennaio 2015 la Engeneering (società di information technology) «si è incontrata con Lotti, è una notizia certa».

 

I guai di Alfano

Ma nei guai c’è soprattutto il ministro dell’Interno. Dopo il fratello, spunta anche il padre nelle carte dell’inchiesta ‘Labirinto’ portata avanti dalla procura di Roma. L’uomo, a quanto riferito nel corso di una conversazione intercettata e contenuta nella richiesta di arresti del pm, avrebbe mandato 80 curriculum per presunte assunzioni a Poste Italiane. A colloquio il 17 maggio del 2015 sono Marzia Capaccio, indagata, segretaria del faccendiere Raffaele Pizza ed un’altra persona, Elisabetta C. Le due donne sembrano lamentarsi per qualcosa che il ministro non avrebbe fatto. CAPACCIO: “io ti ho spiegato cosa ci ha fatto a noi Angelino…” ELISABETTA: “e…lo so…lo so…lo so…”. CAPACCIO: “cioè noi gli abbiamo sistemato la famiglia…questo doveva fare una cosa….la sera prima…mi ha chiamato suo padre…mi ha mandato ottanta curriculum… ottanta….”. ELISABETTA: “aiuto….aiuto…”. CAPACCIO: “ottanta…. e dicendomi…non ti preoccupare….tu buttali dentro…la situazione la gestiamo noi…e il fratello comunque è un funzionario di Poste….anzi è un amministratore delegato di Poste…”. ELISABETTA: “si..si..lo so..lo so…”. CAPACCIO: “e questo è un danno che ha fatto il mio capo (ndr. Pizza)…io lo sputerei in faccia solo per questo…”. ELISABETTA: “vabbè…tanto ce ne sono tanti Marzia…è inutile dirsi…questo è il sistema purtroppo…”. CAPACCIO: “sì ma io l’avevo già capito questo guardava solo ai cazzi suoi…glielo avevo già detto…io a differenza tua non mi faccio coinvolgere più di tanto, perchè cerco di razionalizzare un attimo di più e di valutare le persone che ho davanti…cosa che il mio capo…purtroppo in alcune circostanze nonostante la sua esperienza non è in grado di fare…”. In precedenza era emersa un’altra intercettazione, questa volta tra Raffaele Pizza ed un collaboratore del ministro, Davide Tedesco. In questa il faccendiere sosteneva di aver facilitato, grazie ad i suoi rapporti con l’ex amministratore Massimo Sarmi, l’assunzione del fratello del titolare del Viminale in una società del Gruppo Poste.
EDIT: Dallo studio legale Bongiorno riceviamo e pubblichiamo:
giulia buongiorno

Leggi sull’argomento: Il Giglio Magico di Matteo Renzi

 

Potrebbe interessarti anche