Pietro Vittorelli: i 1100 euro spesi in profumeria dall'abate di Montecassino

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-11-13

Migliaia di euro spesi in pellicceria e in boutiques alla moda, centinaia per collegarsi a siti internet specializzati in incontri. L’accusa di riciclaggio per il fratello. I soldi presi dall’otto per mille destinato all’abbazia

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Seicento euro per una cena, 1100 in profumeria, 7000 per un hotel di Londra. Anche se magari non avrà portato il tablet a tavola (e quindi Papa Francesco almeno sul punto sarà stato accontentato), di certo Pietro Vittorelli, ex abate di Montecassino, sapeva certo vivere bene con le donazioni dell’otto per mille. Tanto da potersi permettere anche una vacanza saldata il 3 agosto 2013 all’Hotel Fasano di Rio de Janeiro alla modica cifra di 23090 euro. Secondo l’accusa si sarebbe appropriato di 500 mila euro e li avrebbe riciclati per fini personali con la collaborazione del fratello. Appropriazione indebita è il reato che contestano a lui e a Massimo, insieme al riciclaggio: Vittorelli ha quattro appartamenti a Roma e a San Vittore del Lazio e due magazzini, probabilmente provento dell’attività illecita.

Pietro Vittorelli: i 1100 euro spesi in profumeria dall’abate di Montecassino

Ma oggi a fare ancora più rumore sono le spese: Massimo Vittorelli è oggi indagato per riciclaggio perché con l’aiuto del fratell il prelato aveva occultato il mezzo milione di euro depositato sul conto dell’abbazia aperto presso lo IOR per utilizzarli a fine personali.  E questo, scrive oggi Fiorenza Sarzanini sul Corriere, anche dopo essere stato scoperto e aver deciso di usufruire della «esclaustrazione» la «possibilità concessa a un religioso di vivere fuori dalla comunità per qualche tempo, deponendo l’abito religioso ma continuando a osservare i voti». Del resto erano state le banche a segnalare le operazioni sospette e il Nucleo Valutario della Guardia di Finanza guidato dal generale Giuseppe Bottillo ha ricostruito ogni «uscita».

Il 2013 è un anno certamente ricco di impegni. Dopo aver trascorso l’estate in sudamerica Vittorelli rientra in Italia ma continua a viaggiare. Il 14 ottobre è all’Hotel Principe di Savoia a Milano e paga 2.086 euro. A novembre va invece a Vicenza, si dedica allo shopping. Spende 1.490 euro presso la pellicceria di Bottega Veneta. Già l’anno precedente aveva voluto ritagliarsi vacanze da sogno. E così, per un soggiorno nel resort termale di San Casciano ai bagni, in Toscana, aveva speso 3.500 euro. A febbraio, per quattro giorni, era stato al Corinthia di Londra pagando un conto da oltre 5.000 euro. Ma evidentemente non basta, perché il giorno dopo è a St. Moritz. Ama gli alberghi sfarzosi il prelato, ma anche i capi costosi.
E così il 17 aprile 2012 compra vestiti da Ferragamo a Milano per 415 euro e poco dopo entra da Prada dove acquista capi per 1.390 euro. Anche il cibo deve essere una delle sue passioni. L’elenco dei conti dei ristoranti fa impressione: 3 aprile 2014, ristorante Piccolo lago di Verbania, 614 euro; 25 aprile 2014, Sushi Samba di Londra, 690 euro; 23 luglio 2014, ristorante Antico Arco di Roma, 421 euro; 4 febbraio 2013, ristorante San Lorenzo di Roma 800 euro; 27 maggio 2013, ristorante Mirabelle di Roma, 1.279 euro. Il 28 ottobre 2014 entra da Gucci a Roma e spende 1.090 euro, il 6 febbraio dell’anno precedente in una salumeria della capitale era riuscito a comprare cibo per 800 euro.

Gli investigatori del Valutario stanno adesso controllando le spese degli ultimi cinque anni per scoprire se altri — oltre al fratello — possano aver aiutato l’ex vescovo ad occultare altri soldi_

Anche tenendo conto che centinaia di euro sono stati spesi per collegarsi a siti internet specializzati in incontri. Del resto il fatto che in vacanza non andasse da solo è accertato dall’identità degli intestatari dei biglietti aerei addebitati sui conti correnti aperti presso svariati istituti di credito. L’indagine avviata dalla procura di Roma, che ha già chiesto e ottenuto un sequestro di beni per 500.000 euro, dovrà invece stabilire eventuali altre complicità. Per scoprire se qualcuno tra i superiori dell’ex vescovo si fosse accorto degli ammanchi, ma abbia «coperto» le ruberie andate avanti per diversi anni. Su questo si è attivata anche la Santa Sede nell’ambito degli accertamenti sull’utilizzo dei conti dello Ior

A sequestrare all’alto prelato e a suo fratello beni per l’ingente somma sono stati gli uomini del nucleo speciale di polizia valutaria delle Guardia di finanza di Roma che hanno eseguito un provvedimento firmato dal Gip del tribunale capitolino, Vilma Passamonti, su richiesta del pm Francesco Marinaro. L’indagine è stata condotta dalla procura di Roma. Per i magistrati romani, l’ex abate di Montecassino – che vive a Roma e che lo scorso settembre, dopo lunga assenza, era ricomparso in pubblico nel Frusinate in occasione della convention di Forza Italia al Palazzo della Fonte a Fiuggi, con tutti i big azzurri e del centrodestra – si sarebbe indebitamente appropriato di risorse destinate a finalità di culto e a opere caritatevoli.

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