I padri separati in Italia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-01-12

Le diocesi hanno deciso di utilizzare i fondi dell’otto per mille per i padri separati e divorziati. I numeri del fenomeno

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Un’infografica di Repubblica basata su dati Istat del 2015 riepiloga oggi i numeri dei padri separati: 17 anni è la durata media del matrimonio al momento della separazione, che arriva di solito a 48 anni per i mariti e a 45 per le mogli. Il 94% delle separazioni finisce in tribunale, dove il giudice impone al padre un assegno di mantenimento; un uomo che guadagna mediamente 1400 euro al mese può arrivare a pagarne da 400 a 700 in base al numero di figli; solo l’8,9% dei figli è affidato esclusivamente alla madre mentre il 60% è la percentuale delle separazioni in cui l’abitazione è assegnata alle mogli, in crescita rispetto a dieci anni fa. La percentuale sale al 69% per le madri con almeno un figlio minorenne.

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L’infografica sui padri separati (La Repubblica, 12 gennaio 2018)

Il quotidiano racconta che da qualche mese alcune diocesi hanno deciso di utilizzare per i separati e i divorziati i fondi dell’8 per mille destinati alla carità. L’ultima diocesi in ordine di tempo è Albano. Sabato, monsignor Marcello Semeraro, vescovo della cittadina laziale e segretario del C9, il Consiglio dei cardinali che aiuta il Papa nella riforma della Curia, inaugurerà la casa “Monsignor Dante Bernini”. Situata sul litorale di Tor San Lorenzo, ospiterà otto uomini (sette gli italiani) divorziati e separati — «non faccio distinzioni», dice Semeraro — che potranno vivere lì anche con i propri figli durante il tempo in cui sono loro affidati.

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