No, Charlie Hebdo non sta prendendo in giro Aylan

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2015-09-15

Polemica su due vignette di Charlie Hebdo che hanno fatto arricciare il naso ai vari Charlie… che difendono la libertà d’espressione

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Non ci è voluto molto in fondo, è bastato che passassero l’ondata emotiva e lo sdegno per il subdolo attacco alla libertà dell’Occidente e tutti hanno potuto tornare a chiamarsi con il proprio nome. Finalmente si poteva girare liberamente sull’Internet senza trovare Charlie ad ogni angolo, o meglio, se ne trovavano molti meno. La cosa non è necessariamente un male, perché di tutta la faccenda del Je Suis Charlie la cosa peggiore era il pensiero unico, l’appiattimento di tutte le posizioni su una sola, l’accettazione acritica di tutto quanto facesse o avesse pubblicato Charlie Hebdo. Certo, ci sono stati momenti molto divertenti, come ad esempio quelli che difendevano la libertà d’espressione solo il giovedì dopo cena o quelli che invece lo facevano solo nei giorni pari.

NON È UN PAESE PER HAPPY MEAL
In questi giorni in parecchi si sono scandalizzati per due copertine del settimanale parigino, accusato da più parti di prendere in giro la tragedia di Aylan Al-Kurdi, il bambino siriano annegato al largo delle coste turche assieme al fratello e ad altri bambini iracheni che erano sul gommone sul quale viaggiava. Al Jazeera, il canale di notizie di uno di quei paesi che non sta facendo nulla per accogliere i rifugiati siriani, accusa Charlie Hebdo di istigare all’odio razziale e presenta una lunga sequela di tweet di persone indignate che non hanno capito il senso delle due vignette. In realtà è abbastanza ovvio che cosa ci vogliono dire quelli di Charlie Hebdo e chi sia davvero l’oggetto delle critiche. Non è Ayaln, ma l’Europa e l’Occidente in genere. Vi dice nulla il faccione del clown sorridente che propone la straordinaria offerta, due bambini al prezzo di uno? Sì, è il “volto” di McDonald’s ma in senso lato è la faccia del capitalismo occidentale. Così vicino alla meta, è il commento scritto sulla vignetta. E la meta, è davvero incredibile doverlo spiegare, è un continente dove i bambini come Aylan vengono coccolati e accolti soprattutto in quanto baby-consumatori e non come essere umani. Che dire del “due al prezzo di uno”, un riferimento al fatto che la foto che ha fatto il giro del mondo ritrae solo uno dei bambini annegati quella notte.


GLI EUROPEI NON SAPEVANO COSA VOLESSE DIRE ANNEGARE
Che dire della seconda vignetta invece, intitolata “la prova che l’Europa è cristiana”? Che sia un riferimento alle radici cristiane d’Europa? Anche qui ad essere oggetto di satira non è Aylan ma la cristianità del nostro continente. Se i cristiani camminano sulle acque “è ovvio” che non si preoccupano del fatto che i bambini musulmani possano annegare. Lungi dall’essere una presa in giro della vicenda tragica di Aylan e degli altri bambini annegati nel Mediterraneo (il Mare Nostrum) qui si sta facendo satira sul fatto che gli europei si siano accorti che per mare si rischia la vita solo dopo la morte di Aylan. Sarà forse che per noi cristiani d’Europa è impossibile concepire il pensiero che si possa annegare in mare, dal momento che noi tutti camminiamo sulle acque? Perché è vero o no, noi cristiani d’Europa camminiamo sull’acqua e abbiamo scoperto che si può annegare solo perché qualcuno ha scattato la foto di Ayaln riverso sulla spiaggia. È davvero incredibile come tutti i difensori della libertà d’espressione a tempo perso manchino delle più basilari competenze di analisi e comprensione di un testo e di un’immagine. Ma in fondo in pochi si sono scandalizzati per il flash mob sulla spiaggia dei tizi vestiti con la maglietta rossa distesi a faccia in giù, quelli non prendevano in giro Aylan. Il loro cattivo gusto è tollerato e la loro critica ha completamente mancato il bersaglio.

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