Il video con le undici pagine di necrologi sull’Eco di Bergamo: «Una semplice influenza?»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-03-14

Ci sono undici pagine di annunci mortuari rispetto alle consuete tre sull’Eco di Bergamo di oggi. Non viene mai nominato il Coronavirus. Sembra si abbia paura a dirlo, come un tempo si alludeva al tumore con la formula “male incurabile”. Nel necrologio di Gianni, uno dei 157 sul giornale in edicola oggi, si fa riferimento all'”invisibile che ti ha portato via”

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In questo video pubblicato su Dagospia si vede una persona che sfoglia le pagine dei necrologi dell’Eco di Bergamo, il giornale della città in cui ad esempio solo giovedì sono stati contati 2.136 contagi e 191 morti. L’agenzia di stampa AGI racconta che ci sono undici pagine di annunci mortuari rispetto alle consuete tre, in cui da ogni poche righe erompe la parola “improvviso”. Andato via, morto “all’improvviso”.

Il video con le undici pagine di necrologi sull’Eco di Bergamo: «Una semplice influenza?»

Quelli che ogni sera, nel punto quotidiano, sono i numeri di una catastrofe, hanno i tratti quotidiani e sorridenti di donne e uomini ghermiti da quello che i familiari di Mario, 81 anni, del paese di Valbrembo, definiscono “una male oscuro che ha assalito i cuori e imperversa senza pieta'”. E che si trascina in un colpo solo anche 63 anni di amore. “Cari nonni – sono i nipoti di Dante e Angelina di Clusone a scrivere – è  difficile lasciarvi andare via cosi’. Ci avete sempre detto che l’uno senza l’altro non sareste potuti vivere, così, uno dopo l’altra, a soli due giorni di distanza siete in cielo. Ci rincuora pensare che adesso finalmente siete di nuovo insieme e potete di nuovo abbracciarvi”. Non viene mai nominato il Coronavirus. Sembra si abbia paura a dirlo, come un tempo si alludeva al tumore con la formula “male incurabile”. Nel necrologio di Gianni, uno dei 157 sul giornale in edicola oggi, si fa riferimento all'”invisibile che ti ha portato via”.

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Proprio a Bergamo nei giorni scorsi, racconta l’ANSA, la chiesa del cimitero è stata trasformata in una camera mortuaria perché i posti in obitorio non bastano più. A Cremona stesso destino è toccato alla chiesa dell’ospedale Maggiore. E a Brescia il vescovo ha dato la disponibilità a individuare qualche chiesa in cui ricoverare le salme in attesa della sepoltura, mentre a Milano il Comune ha messo a disposizione cento posti nell’obitorio e ha cambiato il regolamento dando alle famiglie non più trenta ma cinque giorni per decidere dove seppellire i defunti. Un problema è anche la cremazione: troppo richieste che non si riescono ad evadere. Per questo il prefetto di Brescia Attilio Visconti ha invitato a scegliere forme di sepoltura tradizionali. Come prefetti una prima risposta al problema è stata l’autorizzazione ai medici a rilasciare i certificati di morte anche prima dei tre giorni e le salme possono essere depositate anche nei loculi zincati. Ma c’è anche il dramma delle famiglie, che possono fare il riconoscimento dei loro cari solo a distanza, che non possono far celebrare il funerale. Anche per questo i vescovi della Lombardia hanno lanciato appelli per dare conforto agli ammalati. Quello di Bergamo, monsignor Francesco Beschi, ha lanciato un appello al personale sanitario: di fronte a persone morenti che vogliano la benedizione, “donategliela”.

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