Attualità
Mohamed Bouhlel, la strage e l'enigma
di Alessandro D'Amato
Pubblicato il 2016-07-18
L’esame del suo computer e del suo cellulare hanno permesso di scoprire che l’uomo che l’ISIS ha ringraziato per il suo gesto aveva molti amanti, e in particolare gli inquirenti hanno ascoltato un uomo di 73 anni che era un suo partner abituale. Ma per adesso non si trovano prove di contatti con jihadisti
Chi era Mohamed Lahouaiej-Bouhlel? Le prime indagini sulla strage di Nizza non aiutano a sciogliere l’enigma dell’uomo che ha ucciso 84 persone con un camion durante i festeggiamenti del 14 luglio. Anche se aiutano a comprendere qualcosa di più su cosa ha fatto nei giorni immediatamente precedenti l’attentato. L’esame del suo computer e del suo cellulare hanno permesso di scoprire che l’uomo che l’ISIS ha ringraziato per il suo gesto aveva molti amanti, e in particolare gli inquirenti hanno ascoltato un uomo di 73 anni che era un suo partner abituale.
Mohamed Bouhlel, la strage e l’enigma
Ma anche alcuni contatti di ragazze sono stati rintracciati sul suo telefono, così come una serie di ricerche su internet inequivocabili. Il procuratore nazionale anti-terrorismo francese, François Molins, ha riferito che il pluri-omicida, fino a quel momento noto agli inquirenti solo per reati comuni, fra il primo luglio e il giorno antecedente il massacro setacciò a lungo e “quasi quotidianamente” Internet alla ricerca di informazioni su altri due sanguinosi attacchi di matrice fondamentalista, entrambi risalenti alla metà del mese scorso e concentrati in tre giorni: quello di Orlando, in Florida, nel quale il 12 giugno furono sterminati gli avventori di un club per gay; e quello di Magnanville, il sobborgo di Parigi dove il 14 furono assassinati un agente e la moglie, impiegata civile della polizia, il loro figlioletto preso in ostaggio. Sempre on-line Bouhlel s’informo’ inoltre “sulle sure (i capitoli; ndr) del Corano e sui ‘nasheed’“, canti corali a carattere religioso utilizzati ora dai miliziani dello Stato Islamico “quali strumenti di propaganda“. Sul computer di Bouhlel, ha aggiunto il magistrato, sono state anche rinvenute “immagini estremamente violente di cadaveri e foto legate a vario titolo all’Islam radicale”. Il killer aveva un “certo e recente interesse nell’islam radicale”, quindi. Molins ha detto che l’attacco è stato “di natura premeditata”: Bouhlel aveva ispezionato il luogo della carneficina, la Promenade des Anglais, in varie occasioni, aveva scattato selfie sul lungomare per tutto il giorno e aveva riservato il camion usato per l’attacco il 4 luglio. Le indagini hanno anche mostrato che l’uomo si era fatto crescere la barba otto giorni prima dell’attacco, dicendo ai conoscenti che “il significato della barba è religioso”. Le autorità ritengono che Bouhlel si è radicalizzato molto velocemente e fino a pochissimo tempo fa non dava segnali di fervore religioso. Secondo Molins, l’assalitore beveva alcolici, mangiava maiale, assumeva droghe e si dedicava a “un’attività sessuale sfrenata”.
«Radicalizzato da un reclutatore algerino a Nizza»
Bouhlel ha prenotato il tir con cui ha compiuto la strage una settimana prima da una società di noleggio con sede a Saint-Laurent-du-Var (Alpes-Maritimes); la sua ex moglie è stata rilasciata, mentre sono ancora in prigione le persone arrestate ieri, tra cui la coppia di nazionalità albanese. Il marito avrebbe fornito la pistola automatica di calibro 7,65 che Bouhlel ha usato per sparare contro la polizia. La casa della coppia è stata perquisita – la moglie è sotto indagine per traffico di esseri umani – e la polizia ha sequestrato 200 grammi di cocaina, 2600 euro in contatti e undici telefoni cellulari. Completamente sconosciuto all’intelligence, il terrorista aveva aumentato i prelievi di denaro e venduto la sua automobile. Non trovano invece conferma le voci sui 100mila euro inviati alla sua famiglia in Tunisia: la somma potrebbe costituire la “ricompensa” di qualcuno per l’azione portata a termine (e il pagamento sarebbe stato anticipato per ovvi motivi). Ma, e questo è il punto, evidenze di contatti con l’ISIS non se ne sono trovate. Mentre il procuratore antiterrorismo ha detto che la radicalizzazione può essere più veloce in caso di personalità già disturbate. Lo zio dell’attentatore di Nizza intanto ha riferito stamattina all’agenzia Associated Press che suo nipote era stato “radicalizzato” da circa “due settimane” da un reclutatore algerino membro dello Stato islamico a Nizza. Le autorità francesi non confermano.