Maurizio Abbatino: l'ex boss della Banda della Magliana è libero

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2015-11-01

Fuori dal programma di protezione per i pentiti, è tornato a vivere alla Magliana

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Ieri abbiamo parlato di Maurizio Abbatino, ex boss e poi pentito della Banda della Magliana, in relazione a una sua fotografia spuntata nel luogo del delitto di Pasolini. Oggi, scrive il Fatto Quotidiano, si scopre che Crispino è uscito dal programma di protezione per i testimoni di giustizia del ministero dell’Interno ed è libero dopo aver finito di scontare la sua pena. Abbatino, il Freddo di Romanzo Criminale, è tornato a vivere alla Magliana, dove vivevano il padre e il fratello ammazzato dalla bandaccia all’epoca.

L’informativa (che i pm hanno allegato al fascicolo) è arrivata in forma anonima al Fatto Quotidiano. Con una premessa: il Crispino, in cambio della libertà, commise lo sgarro alla prima regola del codice mafioso: quella di trasformarsi da “boss a infame”, da capo a collaboratore di giustizia. Per questo motivo cammina con una taglia sulla testa, ma non ha altro luogo in cui tornare se non il suo vecchio quartiere, nella casa che fu dei genitori e dove viveva con il fratello, ammazzato e buttato nel Tevere. Come abbia ottenuto la libertà resta un mistero.
Abbatino, sette anni fa, chiese di uscire dal programma di protezione, ma non ricevette risposta. La sua richiesta non venne presa neanche in considerazione. Pochi giorni dopo l’ordinanza di arresto per Mafia capitale, quella che ferma i giochi sporchi di Massimo Carminati, un tempo amico del Crispino, inaspettatamente, viene accolta. Alla vigilia del processo, Abbatino ha ritrovato il suo vecchio nome e la sua casa. Ha ricevuto solo una minima parte della liquidazione di chi entra nel programma testimoni, non ha un soldo.

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Una vecchia foto di Maurizio Abbatino

Nell’informativa si elencano i molti omicidi che negli anni sono stati perpetrati a Roma, spesso con protagonisti vicini ad Abbatino:

“Molti degli ex luogotenenti di Abbatino ancora vivi al tempo della celebrazione dei processi, hanno trovato la morte successivamente, nel corso degli ultimianni, da Lillo Rosario Lauricella, ucciso a Caracas nel novembre 2002(ma evocato nelle indagini sul “M o ndo di mezzo”)a Giuseppe Vale nt in i, ucciso il 22 gennaio 2005, a Umberto Morzilli, ucciso a Centocelle il29 febbraio 2008 (tutti in qualche modo legati a Nicoletti e con lui “in affari”, come pure S a lvatore Nigro, “s pa r i t o ” nel nulla nel 1997); da P ao lo Frau, ucciso ad Ostia il 18 ottobre 2002, a Emidio Salomone, anche lui ucciso ad Ostia il 4 giugno 2009, implicati ancora in giri di usura ed estorsione; da Fabio Carichino e Franco Calabrese, uccisi ad Ostia il 16 dicembre 2006 a Giovanni Galleoni e Francesco Antonini, uccisi anche loro ad Ostia il 22 novembre 2011; da Flavio Simmi , assassinato nel cuore di Roma il 5 luglio del 2011, ad Angelo Angelotti (già condannato per concorso nell’omicidio di Enrico De Pedis), ucciso il 28 aprile 2012, durante un maldestro tentativo di rapina a Mostacciano.

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