La battaglia di Marta: quattro tumori al cervello, ma per l’Inps non ha diritto all’accompagnamento

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-01-26

La 31enne ha lanciato l’hashtag #IoNonMollo per far emergere la sua storia e quella di chi, come lei, deve combattere sia contro la malattia che contro la burocrazia.

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Combatte dal 2007 con i tumori al cervello, un calvario che dura da 14 anni, ma che l’Inps fatica a comprendere. Perché secondo l’Istituto nazionale di previdenza sociale – sebbene Marta Pellizzi, 31 anni e ora ipovedente a causa della malattia – Marta non necessita di accompagnamento, ma solo di una pensione integrativa. Che l’ente quantifica in 650 euro mensili, dato che Marta ha uno stipendio. La giovane è infatti una consulente in digital marketing, una ragazza che ha studiato, ma che ora – anche per lavorare – necessita dell’aiuto della madre.

La guerra con la malattia inizia nel 2007, quando a Marta, bolognese e all’epoca 17enne, viene diagnosticato un tumore cerebrale molto esteso, tanto da compromettergli in breve tempo la vista. Viene operata, e la massa rimossa. Ma – siamo nel 2011 – l’incubo torna in due diverse recidive, e lei finisce nuovamente sotto ai ferri. Passano due anni e il tumore torna per la terza volta. 2019: la quarta, contro cui proprio in questo momento Marta sta lottando. Ora non vede più dall’occhio sinistro e dal destro (da cui vede solo per un grado) ha un campo visivo ridotto del 90 per cento.

La battaglia con l’Inps e con i Tribunali ha storia più recente. Dal 2011 combatte contro l’Ente, che gioca a ribasso con la sua indennità. Fino al 2012, quando il Tribunale del Lavoro di Bologna stabilisce definitivamente l’invalidità del 100 per cento e il diritto di un assegno di accompagnamento. Definitivamente fino a pochi giorni fa, quando la commissione di Imola ha rivisto la sua situazione, limitando l’indennità di Marta al 70 per cento. Una decisione che non sta bene alla 31enne, che sui social scatena una tempesta per attirare l’attenzione dei più, e lo fa lanciando l’hashtag #IoNonMollo, che in pochi giorni diventa virale. Scrive anche una lettere al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Tanto che viene contattata prima dal presidente dell’Inps Pasquale Tridico, e poi dalla direttrice del settore Invalidità civile Maria Sciarrino, che con una mail le comunica di aver riportato la sua indennità al 100 per cento. Con una pecca: non ci sarà più l’accompagnamento, perché – scrive Marta su Twitter – “L’Inps dice di aver verificato che non mi faccio assistere. Non siete mai venuti a casa mia. Non avete considerato che vivo a braccetto con mia madre. Vergogna”. E ancora: “L’Inps gioca con la percentuale della mia invalidità come al lotto”.

E intanto Marta a breve compirà 31 anni, e come scrive lei, le “sembra di averne vissuti 100”. E ancora: “Affronto il quarto tumore al cervello e  lo spegnersi della vista. Sento che stavolta è finita. Mi chiedo come un essere umano possa sopportar questo. Ogni istante”.

 

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