Maria Oana Ungureanu: le accuse a Daniel C.

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-06-22

Dall’autopsia è emerso che la violenza di domenica non era la prima subita dalla bambina romena, già da tempo vittima di abusi. L’uomo di 21 anni indagato per la sua morte conosceva la famiglia della bimba. «Sono innocente, non le avrei mai fatto del male»

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Lui si chiama Daniel C., ha 21 anni, è un operaio agricolo, era un amico di famiglia e ora è il maggiore indiziato per la morte di Maria Oana Ungureanu nella comunità di San Salvatore Telesino. Le ipotesi: omicidio volontario e stupro. Lui si difende: «Sono innocente. Per me Maria era come una sorella, non le avrei mai fatto del male». L’autopsia di ieri ha accertato che Maria, 9 anni, aveva segni di violenza sessuale che forse risalivano anche a prima di domenica sera, e che è morta per asfissia in seguito all’annegamento nella vasca del resort dove sicuramente qualcuno l’ha spinta.

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Maria Oana Ungureanu (Corriere della Sera, 22 giugno 2016)

Maria Oana Ungureanu: le accuse a Daniel C.

Tra le ipotesi, quella che la piccola si sia ribellata agli stupri e sia stata oggetto di una vendetta. Quando l’hanno gettata nella piscina del locale, che quel giorno era chiuso, era ancora viva.  Il corpo, nudo, è stato rinvenuto nella piscina di un casale usato per i matrimoni, che domenica era chiuso. Gli abiti della piccola sono stati trovati in parte a terra e in parte su una sedia.  È in quel posto che vivono il padre e la madre della bambina. Lui giardiniere, lei badante: entrambi romeni. La figlia li aveva raggiunti nel 2013. Dall’autopsia è emerso che la piccola Maria è stata violentata prima di morire per annegamento. Secondo i risultati della prima autopsia è emerso che la piccola era da tempo vittima di violenza sessuale. A fare chiarezza sarà soprattutto il raffronto tra il profilo genetico del ragazzo sotto accusa e quello del violentatore.

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San Salvatore Telesino: la piscina in cui è stata ritrovata morta Maria Oana Ungureanu

“Dall’autopsia sono stati rilevati dei graffi sulla schiena”, dice Michele D’Occhio, avvocato della famiglia di Maria Ungureanu, senza fornire ulteriori particolari sulla natura dei graffi. Nessun elemento è stato fornito dal legale sugli accertamenti relativi alla violenza sessuale eseguiti durante l’autopsia. “I genitori di Maria – ha aggiunto – sono profondamente turbati perché l’indagato era considerato persona di famiglia”. “Mi sarei aspettato anche oggi altri rilievi sulla scena del ritrovamento, magari impronte visto che domenica pioveva – ha proseguito il legale – Si vede che i Carabinieri hanno completato il lavoro”. “I genitori di Maria – ha riferito l’avv. D’Occhio – mi hanno raccontato che la bambina è tornata a casa dalla chiesa e poi è uscita per partecipare alla processione e poi è scomparsa. Quando ho saputo della morte – conclude D’Occhio – ho sentito che sarebbe stata in ogni caso una tragedia, ma sarebbe stata più sopportabile se fosse stato un incidente”.

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