Mancini: lo 007 dell’incontro con Renzi in Autogrill costretto ad andare in pensione?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-06-04

Marco Mancini, lo 007 dei “babbi”, quello dell’incontro in Autogrill con Matteo Renzi, va in pensione. Una scelta obbligata?

article-post

Marco Mancini, lo 007 dei “babbi”, quello dell’incontro in Autogrill con Matteo Renzi, va in pensione. A luglio lascerà il Dis, l’agenzia che si occupa di coordinare Aisi e Aise, i servizi segreti per l’interno e per l’estero e di cui è caporeparto. Una scelta obbligata?

Mancini: lo 007 dell’incontro con Renzi in Autogrill costretto ad andare in pensione?

Secondo quanto scrive La Stampa Mancini non solo è prossimo alla pensione, ma già in questo momento non sta lavorando perchè sta smaltendo le ferie arretrate:

Si chiude nella maniera forse più indolore, tranne che per il diretto interessato, la parabola di Marco Mancini ai servizi segreti. Su forte sollecitazione dall’alto, che in questo caso vuol dire il premier Mario Draghi attraverso le persone del sottosegretario Franco Gabrielli e della nuova direttrice Elisabetta Belloni, lo 007 che parlava ai politici va in pensione. Mancini, a quel che risulta, non frequenta già più il suo ufficio presso il Dipartimento informazioni e sicurezza. Sta smaltendo le ferie arretrate. E a metà luglio scatterà il pensionamento. Scelta quasi obbligata, dopo le forti polemiche delle ultime settimane e dopo che il Copasir aveva chiesto ufficialmente che si aprisse sul suo conto un’indagine interna
E anche il Fatto conferma che Mancini avrebbe potuto rimandare di cinque anni il pensionamento, magari cambiando incarico. Ma l’uscita “anticipata” è stata concordata con l’amministrazione proprio per evitare questo imbarazzo. Il quotidiano diretto da Marco Travaglio ricorda la carriera del dirigente dell’intelligence:
Mancini ha alle spalle una brillante carriera nell’ex Sismi (ora Aise) guidato da Nicolò Pollari. Nel 2005 arriva per lui una forte esposizione mediatica quando il 5 marzo di quell’anno viene fotografato a Ciampino mentre fa scendere dall’aereo la giornalista del manifesto Giuliana Sgrena, liberata dopo il suo sequestro in Iraq e dopo una corsa all’aeroporto di Baghdad che costa la vita al collega, Nicola Calipari. Nel 2006 viene arrestato due volte (poi rilasciato), per il sequestro dell’imam Abu Omar a Milano da parte della Cia e per lo spionaggio alla Telecom, in cui fu coinvolto il suo amico Giuliano Tavaroli che patteggiò: in entrambi i casi Mancini ne esce pulito anche grazie al segreto di Stato

Potrebbe interessarti anche