Mafia Capitale e i soldi ai politici per il Cup

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2014-12-18

Sospetti sulla gara del Cup pilotata. L’ente sospende la gara. Il patto con Alemanno e i discorsi sulla redditività dell’investimento

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Mafia Capitale approda in Regione Lazio. Un appalto pubblico riguardante il Centro Unico per le Prenotazione dei servizi della sanità da 14 milioni di euro era appetito dalla cooperativa di Buzzi e Carminati, e l’ente ha deciso intanto di sospendere la gara in attesa di accertamenti e per capire chi lo abbia pilotato. Buzzi parla di diverse mazzette pagate in diverse conversazioni a politici e membri dell’amministrazione che possono essere identificati, racconta oggi il Corriere della Sera grazie alle agende e ai libri di contabilità “nera” ritrovati nella 29 giugno e grazie alla collaborazione di Nadia Cerrito e Paolo Di Ninno, i due dipendenti della cooperativa che hanno deciso di collaborare con i magistrati.

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Mafia Capitale, il registro dei soldi ai politici (La Repubblica 18 dicembre 2014)

 
MAFIA CAPITALE IN REGIONE LAZIO?
Secondo gli inquirenti,arrestati e indagati sarebbero coinvolti in una associazione a delinquere di stampo mafioso che comprende esponenti della politica, della malavita edell’imprenditoria per la spartizione di appalti e finanziamenti pubblici. Racconta il Corriere:

Sono proprio i colloqui intercettati a svelare che parte della documentazione relativa ai pagamenti«in nero» potrebbe essere stata buttata «perché è troppo pericolosa». Il primo agosto scorso c’è una riunione alla cooperativa,partecipano Carminati, Buzzi, Cerrito e Di Ninno. Annotano i carabinieri del Ros: «Discutono ancora una volta della suddivisione dei compensi e l’elargizione degli ‘‘stipendi’’ da consegnare ai pubblici ufficiali. Una è indicata come ‘‘la cicciona’’:‘‘me servono due e cinqueper la cicciona’’». Un altro è il presidente della Giunta del Campidoglio Mirko Coratti: ‘‘Mille e cinque per Coratti’’». Versamenti fissi che la segretaria annotava nel quaderno che Buzzi le aveva ordinato di portare sempre con sé. Sono decine e decine, moltissimi riguardano il 2014. I beneficiari sono indicati soltanto con l’iniziale, ma incrociando le indicazioni contenute nei bilanci occulti con i colloqui intercettati, gli investigatori sarebbero già riusciti a individuare alcuni nomi.

Uno degli affari più consistenti viene chiuso due mesi prima che scattino gli arresti:

Il 3 settembre Buzzi parla al telefono con uno dei suoi collaboratori, Claudio Cardarelli, «gli dice che sta in prefettura e lo invita ad aspettarlo perché sta rientrando». Poco dopo le microspie captano il colloquio di Cerrito e Cardarelli «che iniziano a fare i conteggi».
Cardarelli: quelli so’ 5 (cinquemilaeuro)
Cerrito: a lui gli servono pergiovedì, cinque… a Cla’ ma l’avemo vinto quel discorso de Formula Sociale per… dei Cup, dei Recup che era?
Cardarelli: stiamo, c’è va a pranzo oggi
Cerrito: ma è buono come appalto Cla’
Cardarelli: 14 milioni
Cerrito: un botto!
Le verifiche riguardano i contatti di Buzzi relativi proprioa questa gara, l’accenno al pranzo con qualcuno che avrebbe favorito la sua cooperativa fino a farla vincere. E soprattutto le dazioni di quel periodo proprio per scoprire chi si sarebbe fatto corrompere.

Mafia Capitale, la rete dell’associazione


I ROM DI CASTEL ROMANO E IL PATTO CON ALEMANNO
Il Corriere racconta anche della vicenda del campo nomadi di Castel Romano, per il quale Buzzi dice che «ho cacciato cinquecento veri». In un’altra conversazione, intercettata mesi dopo, si scopre in che modo si muovono quelli della cooperativa per ricevere gli appalti:

In quell’occasione Buzzi ribadiva a Caldarelli che il suo ruolo era di presentare presso i competenti uffici amministrativi comunali la documentazione contabile per ottenere il pagamento dei canoni di locazione dei campi nomadi di proprietà o gestiti dalle cooperative riconducibili allo stesso gruppo. La conversazione consentiva pertanto di evidenziare elementi di estremo interesse in ordine alla nuova esigenza nomadi del 2010 ed alla conseguente offerta di Buzzi all’allora Sindaco Gianni Alemanno di ampliare il campo di Castel Romano in cambio di un affidamento minimo di 24 mesi per rientrare dell’investimento: «Ci possiamo allargarci noi su questa parte del campo e ne facciamo un altro in cambio se tu me dai l’affidamento a 24 mesi». Ma anche alle garanzie date a Buzzi su una certa redditività dell’investimento sostenuto o comunque un rientro dello stesso attraverso una maggiorazione delle effettive presenze dei nomadi:«“Per raggiungere la cifra che noi avevamo pattuito con Alemanno deve mette 300 persone presenti… noi paghiamo…ti paghiamo 300 persone in realtà sono 150”».

Su Repubblica invece si racconta dell’udienza di ieri e delle parole di Buzzi e dell’avvocato:

Trasferito da qualche giorno in un carcere nel nuorese, il ras delle cooperative ha voluto partecipare ieri all’udienza del tribunale del Riesame. E ha chiesto di rendere,davanti al collegio presieduto da Bruno Azzolini e ai pubblici ministeri Giuseppe Cascini, Paolo Ielo e Luca Tescaroli, spontanee dichiarazioni. «Con Carminati ci eravamo conosciuti in carcere anni fa. Poi ci siamo rincontrati nel2012. Insieme non abbiamo commesso alcun illecito». Il suo difensore, Alessandro Diddi, ha depositato anche un contratto di lavoro dal quale risulterebbe che Carminati era dipendente della “29 giugno”, in quanto ex detenuto. Buzzi, accusato di associazione mafiosa, ha preso le distanze «anche ideologiche», dall’ambiente che ruota attorno alla figura di Carminati: «Qui non è questione di “Mondo dim ezzo” ma di destra e di sinistra.Io ho vinto appalti con amministrazioni diverse».

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