Attualità

Lo scaricabarile del Comune di Roma sugli sgomberi delle case occupate

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-02-08

Le presidenti di municipio litigano con l’assessora alla casa perché non sanno come gestire gli sgomberati. Gli assessori si rimpallano le responsabilità. Sullo sfondo l’eterna lotta tra Raggi e Lombardi

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Monica Lozzi e Roberta Della Casa sono presidenti rispettivamente del VII e del IV Municipio a Roma, zone in cui si trovano molti stabili occupati. E, racconta oggi il Messaggero, sono ormai arrivate sull’orlo dello scontro con l’assessorato alla Casa gestito da Rosalba Castiglione. Il motivo? Gli sgomberi.

Come il Comune di Roma (non) fa gli sgomberi delle case occupate

Il Comune vorrebbe infatti sgomberare al più presto possibile due stabili. Quello del “Salaam Palace”, alla Romanina, è il caso più complicato: 800 occupanti, a quanto pare nessuno in regola. E poi ci sono tutti gli ex stabili industriali sulla Tiburtina  e le palazzine del Comune, a San Basilio, occupate da famiglie italiane. E spesso gestite dal racket dei clan locali. Castiglione, in linea con i desideri del Comune e della sindaca Virginia Raggi, vuole che le case siano assegnate soltanto a chi ne ha diritto.

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Le case occupate a Roma (Il Messaggero, 8 febbraio 2018)

Lozzi concorda su questa linea ma aggiunge un altro pezzo di ragionamento: occorre prevedere delle «situazioni ponte» per chi viene mandato via dagli stabili occupati e ha i requisiti per entrare nelle graduatorie. Altrimenti, fa capire la grillina, si ritrova tutti per strada. «Si potrebbe pensare alle case confiscate alla mafia, per esempio». Secondo Lozzi, l’assessore Castiglione non ne vuol sentir parlare. «Lei dice che si occupa solo delle occupazioni nei palazzi comunali, il resto secondo lei sono affari dell’assessorato ai Servizi sociali: si sbaglia».

Anche Roberta Della Casa ha lo stesso problema al Tiburtino: .«Qui il mio problema è un altro – spiega la grillina – queste persone avrebbero diritto agli alloggi Erp sulla carta, ma dal momento che entrano negli appartamenti illegalmente perdono tutti i requisiti, appena li sgomberiamo ci scoppia il caso. Dove li mettiamo? Ecco, l’assessore Castiglione dovrebbero aiutarci a risolvere questo problema. La mia non è né una critica né una stoccata: siamo tutti in linea con Virginia Raggi e la sua voglia di legalità, ma queste faccende sono molto complesse».

La lotta tra linea Lombardi e linea Raggi

La questione si interseca con quella della linea politica della Capitale e nell’eterna lotta (soprattutto di chiacchiere) tra Roberta Lombardi e Virginia Raggi. La prima sarebbe più vicina alle presidenti dei municipi e cercherebbe una soluzione politica per gli sgomberati; la seconda vorrebbe innanzitutto che si rispettasse la legalità. Probabilmente perché il Comune, se non effettua gli sgomberi, rischia di ritrovarsi a sua volta nei guai con la legge.

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Ma la legge prevede anche che per chi viene sgomberato l’ente locale trovi una nuova e dignitosa sistemazione in attesa della risoluzione dei problemi. Gli sgomberi, decisi dal tavolo metropolitano che ha sede in Prefettura, sono fermi. La Castiglione dice che del problema delle nuove sistemazioni si deve occupare l’assessorato alle politiche sociali e non il suo. In mezzo le presidenti di municipio che cercano di mediare. In attesa di una soluzione che non sia uno scaricabarile.

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