Il mistero della lista dei ministri del governo Draghi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-02-12

Cosa sappiamo della lista dei ministri del governo Draghi? L’ex BCE potrebbe salire al Quirinale già stasera. Ecco chi avrebbe scelto, lasciando poche caselle ai politici

article-post

Dopo il voto sulla piattaforma Rousseau che ha ufficializzato il sì del Movimento 5 Stelle il governo Draghi è più vicino. Mario Draghi dovrebbe salire al Quirinale per sciogliere la riserva entro il fine settimana, quando avrà pronta la lista dei ministri. Che rimane ancora un mistero

Il mistero della lista dei ministri del governo Draghi

 

Nonostante le pressioni delle forze politiche, come avevamo scritto ieri, Draghi non ha nessuna intenzione di contrattare. Il suo sarà il governo “dei due presidenti”. Se Draghi sceglierà con attenzione le figure tecniche che ricopriranno le cariche nei ministeri chiave, Mattarella, come spiega Claudio Tito su Repubblica, sta curando la lista dei politici che potrebbero entrare nell’esecutivo. E nessuno dei due ha intenzione di fare in fretta o di sottostare a mediazioni con il fine di creare una squadra di più alto profilo . Per questo motivo Draghi  potrebbe salire al Quirinale venerdì sera o prendersi ancora due giorni di tempo per comporre la lista e poi giurare con i suoi ministri entro la settimana. Prendersi tutto il tempo necessario, è l’indicazione che sarebbe arrivata anche dal Colle:

Il presidente del consiglio incaricato trascorre lì una parte del pomeriggio. Già la scorsa settimana gli avevano offerto la possibilità di svolgere in quella sede la fase di lavoro che richiede la massima riservatezza. E proprio lì aveva tenuto i suoi primi colloqui. Ieri, in effetti, sempre in quell’edificio ha ascoltato e parlato con i potenziali ministri. La lista dei cosiddetti “tecnici” è stata costruita in quell’angolo del quartiere Parioli. L’altra lista, quella dei politici, in questa prima fase, è gestita invece dal Quirinale. In una sorta di divisione istituzionale dei compiti. Il sistema Draghi, infatti, è questo. Procedere per gradi. Prima sondare la disponibilità di chi è al momento un “esterno” per poi passare alla squadra composta da chi è già un “interno”

In ogni caso nell’esecutivo non ci saranno leader politici. E l’esclusione, secondo Tito, avrebbe innervosito Salvini per il timore che l’entrata di Giorgetti possa dare l’idea di una Lega buona e governista e di un Carroccio cattivo e sovranista escluso dalla compagine di Draghi. In ogni caso SuperMario non lascerà ai politici i ministeri chiave; Mef, Sviluppo economico, Infrastrutture: saranno tutti gestiti da uomini di sua fiducia, in grado di attuare le direttive con velocità. La posta in gioco sono infatti i miliardi del Recovery Plan. Che poltrona potrebbe occupare Giorgetti? Spiega Repubblica:

Per il numero due della Lega restano varie opzioni: lo Sviluppo economico – ambito anche da Stefano Patuanelli e da Antonio Tajani – e il ministero dei Trasporti. Se invece la renziana Teresa Bellanova dovesse ottenere il Lavoro o il ministero del Sud, allora lascerebbe l’Agricoltura alla Lega, dove spera di essere chiamato anche Riccardo Molinari

In ogni caso i politici nell’esecutivo dell’ex numero uno della BCE saranno solo 10, al massimo 12, scrive La Stampa. I ministri saranno 20, metà donne e metà uomini. Le quote per i partiti saranno di tre dicasteri per i 5 Stelle, due a Partito democratico, Forza Italia e Lega, uno a Leu, Iv e Misto. I nomi in gioco sono tanti, a partire da quello di Di Maio che punta alla riconferma alla Farnesina, per la quale però sono in corsa anche Marta Dassù ed Elisabetta Belloni. Se Giustizia e Interni ormai da giorni sono attribuiti a Marta Cartabia e Luciana Lamorgese, tra i politici a farsi avanti per un ministero tra i 5 Stelle sono Patuanelli, Buffagni e Fabiana Dadone, mentre il Partito Democratico propone Dario Franceschini, Lorenzo Guerini e Andrea Orlando. I papabili di Forza Italia sono Antonio Tajani e Annamaria Bernini. Speranza e Bellanova sono i nomi di punta di Leu e e Italia Viva. Per quanto riguarda i tecnici degli altri ministeri chiave:

In pole al Mef ci sono Daniele Franco di Bankitalia e Dario Scannapieco, vice presidente della Bei. Per il Mit in lizza il direttore dell’Agenzia delle entrate Ernesto Maria Ruffini e l’economista Carlo Cottarelli. Quest’ultimo corre anche per la Pubblica amministrazione insieme a Luisa Torchia. Al ministero del Lavoro è spuntato Roberto Rossini, presidente dell’Acli, però in campo resiste Tito Boeri. L’ex dg di Confindustria Marcella Panucci, Lucrezia Reichlin e Ignazio Angeloni (Vigilanza Bce) rappresentano le altre possibilità per le caselle economiche. Una chance potrebbe averla Raffaella Sadun, economista di Harvard esperta di management che ha partecipato ai lavori della task force di Colao.

Il neonato ministeto della Transizione ecologica potrebbe essere affidato a Enrico Giovannini, mentre la rettrice della Sapienza Antonella Polimeni potrebbe sostituire Lucia Azzolina all’Istruzione.

Potrebbe interessarti anche