Attualità

L'eredità di Bettino Craxi all'asta

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2015-10-16

Circa 150mila euro è la base complessiva d’asta. I cimeli garibaldini a prezzo unico: 70mila euro

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L’eredità “rilasciata di Craxi Benedetto detto Bettino” andrà all’incanto da Bolaffi a Torino il 5 novembre. Circa 150mila euro è la base d’asta complessiva dei beni appartenuti all’ex leader socialista, tra cui spicca la collezione di cimeli ispirati a Giuseppe Garibaldi: notificata in blocco dallo Stato italiano per il suo valore culturale, costituisce un lotto unico in vendita da 70mila euro. L’intera raccolta è un insieme di opere molto diverse tra loro per epoca, qualità e fattura, che mostrano la doppia anima del Craxi collezionista: da un lato, il conoscitore desideroso di circondarsi di oggetti di alto interesse artistico; dall’altro, lo spirito curioso ed eclettico di un ricercatore appassionato. La Bolaffi mette on line il catalogo dei pezzi.
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Bettino Craxi era un grande ammiratore di Giuseppe Garibaldi, che considerava precursore del “suo” socialismo. La collezione garibaldina, riunita in un unico lotto, è composta da 16 sculture, sette bassorilievi, 14 tra dipinti e disegni, ceramiche, documenti, stampe, litografie, medaglie e 150 volumi. Nella raccolta figurano anche alcune opere di particolare valore: il busto in terracotta dell’Eroe dei due mondi di Ettore Ximenes (1882), il ritratto di Vittore Tasca “uno dei Mille” di Giovanni Carnovali detto il Piccio (1863) e l’acquarello dell’incontro di Teano di Sebastiano De Albertis della seconda metà dell’Ottocento. Insieme anche oggetti curiosi, come la scatola portaburro con il volto di Garibaldi e la fusione in bronzo della sua mano, e pezzi popolari quali le figurine Liebig con gli episodi della spedizione dei Mille.
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Oltre al lotto garibaldino, l’eredità consta di altri pezzi, raggruppati in 112 lotti, tra dipinti, sculture, stampe, reperti archeologici e doni di politici. Tra questi, opere di particolare valore e interesse artistico − quali la gouache del 1971 di Alexander Calder “The Wheel” (base d’asta 20mila euro), il bronzo di Fortunato Depero “Guizzo di pesce” e incisioni di Dürer, Rembrandt e Goya – unite a ricordi storici significativi, come i regali ricevuti da Shimon Peres e dall’allora presidente libanese Elias Hraoui. Da citare, inoltre, il ritratto a matita di un pensieroso Pietro Nenni; l’olio su tela del pittore e illustratore Alberto Martini “Due amiche” (1944); un nutrito corpus di disegni e pastelli di nudi femminili e una raccolta di lucerne di area mediterranea, databili tra I e IV secolo d.C.
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